Il sindaco vuole una squadra sua: «Non ci sarà nessun vicepremier»

Il sindaco vuole una squadra sua: «Non ci sarà nessun vicepremier»
di Marco Conti
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Mercoledì 19 Febbraio 2014, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 07:59
Con il Nuovo Centrodestra andato benissimo. Li ho ascoltati. Abbiamo parlato di programma e tutto procede spedito. Matteo Renzi rientra al Nazareno e così spiega ai suoi la prima giornata di consultazioni con i partiti. Oggi si ricomincia con Forza Italia e Pd, ma la giornata più faticosa è stata quella di ieri, conclusa in serata incontrando il principale alleato del Pd-renziano: il Ncd di Alfano e Lupi. Renzi è convinto di poter superare agevolmente lo scoglio. Anche perché durante l’incontro Alfano «non ha posto nessuna pregiudiziale». Strada spianata, quindi, per la formazione del nuovo governo che potrebbe arrivare entro domani o dopodomani. Anche se gli alfaniani frenano e, temendo le improvvise accelerazioni del segretario del Pd, convocano una riunione sul programma da tenersi tra i responsabili dei partiti della maggioranza nella giornata di oggi.



File La velocità resta un requisito dell’ex sindaco di Firenze che non ci sta a finire nel pantano delle trattative sui nomi e punta a portare il suo governo a giurare al Quirinale, entro giovedì o al massimo venerdì. E’ per questo che negli incontri parla solo di programmi e di cose da fare. «I nomi dei ministri verranno dopo e solo dopo aver avuto da tutti i partiti l’ok sul programma di governo», spiega il premier incaricato. Il file excel con le cose da fare è custodito dal ministro Del Rio che oggi dovrebbe limarlo alla luce degli incontri. Ostacoli clamorosi non sembrano esserci, ma il Ncd teme imboscate e continua a muoversi con i piedi di piombo nella trattativa con Renzi. L’ex sindaco di Firenze sa che senza il Ncd il suo governo non avrebbe la maggioranza che «non può cambiare», come ha ribadito ieri pomeriggio - allargando le braccia - al leader di Sel Nichi Vendola. Le ”polpette” avvelenate non mancano sul percorso. Come quella sparsa nuovamente ieri su un possibile sostegno di spezzoni forzisti al nuovo governo. Voci frutto della guerra sotterranea tra Ncd e FI, ma che non sembrano sfiorare il segretario del Pd, anche se costringono il portavoce Lorenzo Guerini all’ennesima smentita.



Orizzonte «Ci sono i macchinisti e ci sono i frenatori». L’ex ministro Calderoli, reduce dall’incontro con Renzi con la delegazione della Lega di Salvini, trova il tono giusto per descrivere la situazione nella quale si trova a prendere corpo il tentativo di Renzi. Spezzare la morsa dei «frenatori» non sarà facile per il segretario del Pd il quale è consapevole che molte delle spiegazioni ancora non fornite sui motivi del siluramento di Enrico Letta dovrà darle con la composizione della squadra dei ministri e con il programma ”Orizzonte 2018”. Accontentare il Ncd con tre ministeri (salta il ruolo da vicepremier per Alfano), come sembra probabile, obbligherà ancor più Renzi a dare il segno di una discontinuità in altri dicasteri. Se poi «il modello è quello del sindaco d’Italia», come sostiene, è evidente che non pensa a ministri a mezzadria con nessuno. Specie se si tratta dei titolari di Economia, Esteri e Sviluppo Economico, dicasteri chiave, per l’ex sindaco. Per Renzi il rapporto stretto ed esclusivo dei ministri chiave del suo governo, è un requisito imprescindibile. E’ per questo che ieri sera Angelino Alfano, al termine del colloquio con Renzi, ha dovuto porre pubblicamente i suoi paletti su alcuni dicasteri (Economia e Giustizia) proprio perché durante il colloquio l’argomento non è stato minimamente sfiorato. Così come nessun accenno a coppie di fatto e ius soli.



Con il passare delle ore, prende quindi corpo il tanto atteso elemento di novità che Renzi intende introdurre nella liturgia della formazione del governo. Ovvero la formula di un esecutivo ”politico” che, pagate le cambiali agli alleati, abbia cuore e testa in piena sintonia con il presidente del Consiglio.



Rinvio Il dicastero dell’Economia, proprio perché rappresenta il motore dell’azione dell’esecutivo, dovrà essere coperto da un uomo molto vicino al premier. Analoga opportunità sembra profilarsi per la Farnesina, ministero retto da Emma Bonino che ieri l’altro ha subito l’ennesimo rinvio dall’India sui marò e che potrebbe essere costretta al passo indietro a favore di Lapo Pistelli.
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