Polizia, sblocco degli scatti solo per gli agenti più anziani

Polizia, sblocco degli scatti solo per gli agenti più anziani
di Michele Di Branco
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Lunedì 8 Settembre 2014, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 21:59

Messa gi in termini molto brutali servono non meno di 800 milioni di euro nel 2015 per togliere il tappo che blocca gli scatti di carriera e gli assegni funzionali dei 305 mila uomini delle forze dell'ordine in agitazione. Soldi che il governo non ha visto che meno di una settimana fa il ministro della Pa Marianna Madia ha detto chiaro e tondo che i 2,1 miliardi che servono per scongelare i contratti degli statali fermi ormai dal 2010 non ci sono. Tuttavia il governo, che ha attivato una war room composta da Tesoro, Difesa a Interni, una mediazione in grado di sopire la protesta scongiurando in questo modo uno sciopero senza precedenti nella storia della Repubblica la sta cercando con tutte le forze. La linea Maginot di sindacati di polizia e Cocer è netta: la protesta finisce se si elimina il tetto salariale imposto dal 2010 a tutto il personale in uniforme. Una misura di contenimento della spesa pubblica voluta dal governo Monti e che in quattro anni è costata alle forze dell'ordine un deficit aggregato in busta paga di 4-6 mila euro a testa. Quei soldi, è bene chiarirlo, sono ormai perduti. Ma si lavora comunque per rimediare.

UNA TANTUM

In queste ore, trova conferma l'ipotesi di scongelare, ma solo per il 2015, gli assegni di funzione che, a prescindere dall'avanzamento di grado e di carriera, spettano al raggiungimento, nell'ordine, di 17, 27 e 32 anni di servizio. Si tratterebbe di una specie di misura una tantum a parziale compensazione delle sostanze salariali andate in fumo negli ultimi anni. Servono 80 milioni per coprire questa operazione che andrebbe a beneficio di 50 mila persone. Il governo è comunque consapevole che una mossa di questo genere, non affiancata da ulteriori e più robuste iniziative, sarebbe accolta quasi come una provocazione dai corpi di polizia che negli ultimi 5 anni hanno lasciato sul terreno 2,3 miliardi di euro. E per questa ragione si ragiona su un intervento più radicale e soprattutto più ravvicinato. Già a luglio, i ministri Alfano e Pinotti avevano annunciato che puntavano a trovare le risorse nei bilanci dei dicasteri per anticipare già a questo autunno lo sblocco stipendiale. E intervenendo sul bilancio sarebbero saltati fuori circa 200 milioni, frutto in particolare dello stop ad una tornata di assunzioni. Così ci sarebbero i margini finanziari (ma servono altri 70 milioni) per sbloccare, a partire da ottobre, assegni funzionali, promozioni e scatti gerarchici che fanno crescere le busta paga. E' bene chiarire che l'intervento darebbe respiro solo agli uomini in divisa che, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014, hanno maturato i diritti non ancora riconosciuti. Il che vuol dire che il personale di più antica militanza otterrebbe benefici negati invece alle reclute ed agli agenti più giovani. I quali dovranno sperare nell'eventuale riapertura di una finestra nel prossimo futuro. Consolandosi nel frattempo con gli 80 euro, considerato che le truppe alle prime armi viaggiano sotto i 1.400 euro e incassano dunque il bonus fiscale in vigore da maggio. Questa operazione incontra però un ostacolo non da poco.

LA COPERTURA

Come farà il governo a rendere strutturali, a partire dal 2015, gli aumenti? La risposta, sostengono i sindacati delle forze dell'ordine incontrando però cautela nel ministero del Tesoro, è contenuta nel Def di aprile dove si fa riferimento ad un incremento della spesa del personale dello 0,1% «per il venir meno di alcune delle misure di contenimento della spesa in vigore nel periodo 2011-2014» Tra le quali, appunto, le progressioni di carriera. Peccato, fanno però notare fonti del Tesoro, che quei soldi vadano spalmati su 3,2 milioni di dipendenti Pa di cui i militari rappresentano meno del 10% della forza complessiva.

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