Marino, oggi vertice con il Pd. Il vice di Renzi: «Il sindaco cambi squadra»

Marino, oggi vertice con il Pd. Il vice di Renzi: «Il sindaco cambi squadra»
di Alberto Gentili
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Martedì 18 Novembre 2014, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 08:14
«Nessun diktat. Ma è ovvio che non ci si può accontentare del piccolo cabotaggio. La giunta va rafforzata per dare slancio al governo della Capitale». Lorenzo Guerini, il vicesegretario del Pd incaricato da Matteo Renzi si sbrogliare il caso-Marino, è per natura diplomatico. Però perfino lui non rinuncia al pressing sul sindaco di Roma, a poche ore dall’incontro che si svolgerà oggi al Nazareno.



Guerini, ha finalmente telefonato a Marino?

«Parlo spesso con Marino così come con altri sindaci delle grandi città. E’ normale che ci sia un confronto tra il partito nazionale e i nostri sindaci impegnati in ruoli così importanti e delicati».



Quando vi vedrete?

«Ci vedremo nelle prossime ore. Non credo che l’agenda degli incontri tra me e Marino sia così interessante per gli italiani. E’ normale che ci si veda, l’abbiamo fatto spesso in questi mesi. Quando ci incontreremo cercherò di dare una mano a Marino, gli farò sentire l’attenzione che il Partito democratico nazionale ha verso il lavoro che sta svolgendo e verso i problemi della città più importante del Paese».



Quando vedrà il sindaco gli ripeterà ciò che è trapelato sabato? Azzeramento della giunta per una ripartenza o elezioni anticipate in primavera?

«E’ stata data una rappresentazione molto esasperata e ruvida del confronto e dei colloqui che ci sono tra noi. Il Pd nazionale ha un ruolo di aiuto e di facilitazione per passaggi che possono essere complessi per l’amministrazione comunale romana. L’abbiamo fatto anche nei mesi scorsi, quando abbiamo affrontato, sia con Marino, sia con il Pd romano, il delicato nodo del piano di rientro dal debito. E lo facciamo adesso».



Niente diktat insomma da parte di Renzi?

«Niente diktat, né ultimatum. E neppure invasioni di campo. Non è questa la volontà della segreteria del Nazareno e neppure il mio stile. Le scelte finali riguardo all’amministrazione cittadina competono al sindaco, non al Pd nazionale».



Dunque non si cambia nulla?

«No, attenzione. E’ innegabile che la giunta vada rafforzata. Serve una nuova spinta per ridare slancio e smalto all’amministrazione romana».



Si è parlato della nomina di un vicesindaco, potrebbe essere utile?

«Ripeto, compete al sindaco decidere. Ogni scelta spetta a Marino».



E se Marino si accontentasse, come sembra, di un semplice valzer di deleghe in giunta?

«Beh, allora vale la pena di aggiungere che il Pd non è interessato a operazioni di piccolo cabotaggio. Qualcosa va cambiata. E se dovessi dare un consiglio a Marino, non mi accontenterei di qualche ritocco alla giunta: servono scelte funzionali a un salto di qualità dell’azione del governo cittadino».



Si è fatto un’idea del perché il sindaco sia finito nel mirino?

«Ignazio è una figura, un personaggio, particolare. A volte sembra così impolitico da far arricciare il naso a qualcuno. Ma c’è la consapevolezza da parte di tutti che bisogna affrontare i problemi antichi di Roma, a cominciare dalle periferie. Al netto delle strumentalizzazioni che sono state fatte, è innegabile che occorra intervenire e bisogna farlo soltanto con un stretto raccordo tra il sindaco, l’amministrazione e i gruppi consiliari di maggioranza, dentro una cornice di corresponsabilizzazione che coinvolga a tutti i livelli il Partito democratico. Questa è la nostra consapevolezza e deve diventare anche la consapevolezza di Marino».



Non sarà che frenate perché temete le elezioni a Roma?

«Oggi parlare di elezioni nella Capitale è assolutamente sbagliato. Dobbiamo concentrarci tutti e impiegare le nostre energie per migliorare e rendere più efficace l’azione amministrativa e le politiche per il nostro progetto di città. Parlare di voto a Roma, dopo così poco tempo dall’elezione della nuova amministrazione, non è particolarmente utile. Detto questo, aggiungo che ciò non può essere un alibi per non affrontare i problemi della Capitale. Serve un’assunzione di responsabilità collettiva».



Roma è un importante serbatoio elettorale per il Pd. Se Marino dovesse fare disastri, non temete di vedere allontanarsi il traguardo di un partito oltre il 40% su base nazionale?

«Oggi il tema non è la preoccupazione elettorale del Pd, anche perché abbiamo la consapevolezza che i voti che abbiamo preso alle elezioni europee di maggio, qui come altrove, sono frutto della proposta dell’azione di Renzi. Oggi non ci domandiamo quanti voti il Pd può prendere a Roma, ma come il Pd può impiegare il proprio peso per fa sì che migliori l’azione amministrativa e rispondere ai problemi della Capitale».



Un’ultima domanda: cosa ne pensa del caso esploso intorno alle multe della Panda del sindaco?

«Nell’interesse di tutti, in primis di Marino, questa cosa va chiarita. E va chiarita in tempi brevi».
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