Legge elettorale, oggi le motivazioni: per tornare alle urne basta la sentenza

Legge elettorale, oggi le motivazioni: per tornare alle urne basta la sentenza
di Silvia Barocci
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Lunedì 13 Gennaio 2014, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 13:11
Una sentenza immediatamente applicabile, si pu andare al voto gi all’indomani della sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale. I quindici giudici della Corte Costituzionale si riuniranno oggi pomeriggio per leggere e approvare le motivazioni della bocciatura del Porcellum. A scriverle è stato il relatore Giuseppe Tesauro, ex presidente dell’Antitrust, che ha già fatto avere ai suoi colleghi, in forma riservata, la bozza di un testo di oltre una quarantina di pagine.



La sentenza, dunque, potrebbe essere resa nota già stasera o, più probabilmente, tra domani e mercoledì. Tutto dipende dal numero di osservazioni o di modifiche che il collegio della Consulta vorrà apportare ad un testo su cui l’attesa della politica è massima.



NESSUN VUOTO NORMATIVO

Stando alle prime indiscrezioni, un paio di punti la Corte sarebbe intenzionata ad esplicitarli. Innanzittutto, che la dichiarata illegittimità del Porcellum non comporta alcun vuoto normativo né fa rivivere il Mattarellum. Con la conseguenza che, nel caso in cui non si trovasse un’intesa politica per una nuova legge elettorale, nulla vieta che si possa tornare alle urne. Ma con quali norme? Sicuramente con un sistema proporzionale, visto che la Corte ha bocciato uno dei due capisaldi del Porcellum, vale a dire l’attribuzione del premio di maggioranza senza la previsione di una soglia minima di voti, sia alla Camera che al Senato. In secondo luogo, la Corte spiegherà il punto apparentemente più oscuro del comunicato dello scorso dicembre: la dichiarata illegittimità delle liste elettorali bloccate.



La sentenza sarà, in questo caso, una ”additiva”, nel senso che boccerà le norme del Porcellum nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza. Col risultato che il voto di preferenza dovrà essere assicurato e che la graduatoria sarà fatta sulla base dei voti ottenuti. Quindi anche questa parte della sentenza sarà immediatamente applicabile. Non solo: se mai dovessero sorgere incertezze sulle preferenze da apporre sulle schede, verrà chiarito che non sarà necessario varare una legge primaria ma basterà un regolamento per assicurare l’effettività delle norme elettorali.



I DUBBI

I giudici della Corte, presieduti da Gaetano Silvestri, sanno bene di muoversi su un terreno scivolosissimo. Sulla legge elettorale le forze politiche hanno fallito per lunghi anni. E ora, all’indomani della bocciatura del Porcellum, le fibrillazioni vanno di pari passo alle tensioni interne al governo. Resta da vedere, quindi, se il collegio vorrà esplicitare anche un terzo punto, politicamente il più sensibile: la sentenza avrà effetti o meno sull’attuale Parlamento? I grillini ne hanno fatto una questione di principio, puntando il dito contro i 148 «abusivi» eletti col premio di maggioranza. Le questioni di diritto richiamano principi ben diversi: «tempus regit actum», e dunque gli atti fino ad oggi compiuti sono legittimi. Il futuro, però, è sempre un’incognita, tenuto conto che ci sono circa duecento parlamentari che aspettano la convalida della Giunta per le elezioni, andata a rilento per attendere un’altra importante decisione della Consulta. Il prossimo 11 febbraio, infatti, verrà discusso il conflitto sollevato dal Friuli Venezia Giulia, che lamenta di aver avuto un eletto in meno del dovuto.