Il governo ha messo il turbo e, per evitare di stare un’altra settimana sulla graticola di giornali e talk show, ha rinunciato ad invertire l’ordine del giorno della Camera, pur di approvare rapidamente la legge elettorale. Il ponte del primo maggio, l’avvio dell’Expo e la campagna elettorale per le regionali, metteranno fine alle polemiche pronte a riaprirsi quando in aula tornerà – prima dell’estate, la riforma costituzionale.
Da qui a quella data il premier ha due fronti da riorganizzare: quello del partito, dilaniato dalle polemiche e con un’opposizione interna in rotta, e quello governativo visto che l’economia stenta malgrado tassi bassi e petrolio in picchiata.