Usa, il padre la umilia e pubblica il video su Youtube, tredicenne si suicida lanciandosi da un cavalcavia

Izabel Laxamana
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Venerdì 5 Giugno 2015, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 15:17
Izabel Laxamana era una ragazzina di soli 13 anni di Tacoma, nello Stato americano di Washington. Era, perché Lizzy, così come la chiamavano i suoi più cari amici, non c'è più. È morta lo scorso 29 maggio dopo essersi lanciata da un cavalcavia sopra la strada interstatale 5, come riporta il Tacoma News Tribune. Portata in ospedale è spirata dopo diversi giorni di agonia.



Il movente del gesto estremo è da ricercare su Youtube, lì dove il padre di Lizzy, Jeff, aveva postato un video in cui veniva ripresa ferma davanti a un cumulo di capelli a terra, i suoi, mentre il genitore la ammoniva severamente. Il video si apre con una ripresa di una ragazza con i capelli corti e una t shirt nera, in piedi in un garage:

«Ecco cosa succede se fai qualche guaio, vedi, hai perso tutti i tuoi bellissimi capelli» dice una voce maschile fuori campo, riprendendo l'ammasso di lunghi capelli neri sul suolo «Ne è valsa la pena»?

«No» risponde Lizzy, quieta.

«Quante volte ti avevo già avvertito»? Continua imperterrito il padre.

«Un sacco», sussurra lievemente la giovane.



Il video è stato immediatamente cancellato da Youtube, ma è riapparso grazie a un amico di Lizzy che ha pubblicato un estratto che lui aveva salvato sul suo telefonino. Pare evidente come l'intento di Jeff fosse quello di punire severamente Lizzy per una qualche azione in particolare, non solo tagliandole i capelli, ma esponendola al pubblico ludibrio sui social network. Pochi giorni dopo quel video Lizzy si è lanciata da quel cavalcavia trovando la morte.



Dopo la morte di Izabel, un blog chiamato Tacoma Stories ha dichiarato come l'umiliazione pubblica di quel video sia stata la causa del suo suicidio e che il padre dovrebbe essere condannato per questo suo gesto. Potrebbe, però, non essere l'unica causa del suicidio di Lizzy: girando sugli account della ragazza, sembrerebbe che fosse stata oggetto di bullismo negli scorsi anni. Su GooglePlus scrive: «Mi sento odiata per la maggior parte del tempo a scuola, vengo giudicata tantissimo. In una scuola con così tante persone sembra strano dire “mi sento sola”, ma la verità è che si è davvero soli».



Gli amici della famiglia Laxamana stanno raccogliendo i soldi per il funerale tramite il crowdfunding sul sito GoFundMe.