Ucraina, Kiev: il voto separatista minaccia la pace. Parlamento: Poroshenko è secondo

Ucraina, Kiev: il voto separatista minaccia la pace. Parlamento: Poroshenko è secondo
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Martedì 28 Ottobre 2014, 17:35 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 16:04
Il voto separatista fissato per il prossimo 2 novembre nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk minaccia il processo di pace. Lo ha detto Sviatoslav Tsegolko, portavoce del presidente ucraino Petro Poroshenko, citato dall'agenzia Ria Novosti, in risposta all'annuncio di Mosca di voler riconoscere anche le elezioni dei ribelli. Le «pseudo-elezioni» nelle regioni separatiste - ha dichiarato il portavoce di Poroshenko - «non saranno mai riconosciute dal mondo civile» e «non hanno niente a che vedere con il protocollo di Minsk» ma al contrario ne «violano in modo rozzo lo spirito».



Usa. «Nell'appoggiare il voto separatista (in Ucraina orientale) Mosca viola i suoi impegni»: lo ha detto il segretario di Stato americano, John Kerry.



La Russia riconoscerà i risultati delle elezioni parlamentari e presidenziali convocate per il 2 novembre dai ribelli filorussi nelle zone da loro controllate nelle regioni orientali di Donetsk e Lugansk: lo ha annunciato il ministro degli esteri russo, Serghiei Lavrov, in una intervista a Izvestia.




Con l'85,49% delle schede scrutinate delle elezioni parlamentari ucraine, resta in testa il Fronte popolare del premier Arseni Iatseniuk (22,4%), seguito dal Blocco del presidente Poroshenko (21,6%). Terzo Samopomich (Auto aiuto) con il 10,9%, quarto il Blocco di opposizione (filorusso) con il 9,4%. Entrano alla Rada anche il partito radicale dell'ultranazionalista Oleg Liashko (7,4%) e Patria di Iulia Timoshenko (5,7%). Sotto la soglia si sbarramento del 5% il partito nazionalista Sboboda (4,6%).



Il voto di domenica Il partito Patria dell'ex 'pasionaria' della Rivoluzione arancione Iulia Timoshenko sostiene di non essere ancora stato invitato ai negoziati per formare una nuova maggioranza parlamentare in Ucraina dopo le elezioni di domenica scorsa. «Ieri sera - fa sapere l'ufficio stampa del partito - ancora l'invito non era arrivato». Patria ha raccolto meno del 6% dei voti e l'astro politico della controversa ex premier appare sul viale del tramonto.




La fuga Più di cento militari ucraini hanno lasciato con le armi in pugno la loro postazione circondata dai miliziani separatisti nei pressi del villaggio di Smelii, a 30 chilometri da Lugansk.
Lo fa sapere il Kyiv Post. I soldati di Kiev erano circondati da due settimane ed erano a corto di acqua, cibo e munizioni. Secondo il colonnello Andrii Lisenko, portavoce del Consiglio di sicurezza ucraino, più di dieci militari di questa unità sono stati uccisi in combattimento nell'ultimo mese.








Gli aiuti russi Nei prossimi giorni la Russia prevede di inviare 3.000 tonnellate di aiuti nel sud-est ucraino. Lo ha detto il vice capo della protezione civile russa Vladimir Stepanov all'agenzia Tass precisando che oggi tre aerei porteranno degli aiuti umanitari nella regione russa di Rostov sul Don, vicino al confine con l'Ucraina.



Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato le congratulazioni ai veterani ucraini della seconda guerra mondiale e al popolo ucraino per il 70/mo anniversario della liberazione del Paese dai nazisti sostenendo la necessità «di far fronte a qualsiasi tentativo di far rinascere l'ideologia fascista, di alimentare la discordia interetnica e di falsificare la nostra storia comune».



L'Unione Europea «Facciamo tutto il possibile per facilitare l'accordo» sul gas tra Ucraina e Russia. Così la portavoce della Commissione Ue Pia Ahrenkilde, aggiungendo che «raddoppieremo ancora i nostri sforzi domani per raggiungere un'intesa» nell'ambito del nuovo incontro trilaterale a Bruxelles. La questione dei finanziamenti supplementari richiesti da Kiev (2 mld di euro), senza di cui non potrà pagare le forniture a Gazprom, non è però ancora stata sciolta: «stiamo valutando con il Fmi questo bisogno specifico», ha detto la portavoce, «nel quadro di assistenza macrofinanziaria esistente» prima di fare una proposta a Parlamento e Consiglio Ue.



Per il ministro degli Esteri Federica Mogherini, futuro Alto rappresentante dell'Ue per la politica Estera, la soluzione della crisi ucraina dipenderà «soprattutto» dalla volontà di Mosca. «Molto dipenderà non solo dalla capacità e dalla volontà della leadership ucraina, ma anche e soprattutto da quella della Federazione russa», ha detto Mogherini, a Berlino per la conferenza sui rifugiati siriani. «Sicuramente incontrerò il presidente Vladimir Putin nei prossimi mesi» per affrontare la questione.
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