Scozia, Londra tenta l'alzabandiera, ma il vessillo di Edinburgo cade giù

Scozia, Londra tenta l'alzabandiera, ma il vessillo di Edinburgo cade giù
di Luca Lippera
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Mercoledì 10 Settembre 2014, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 19:16
Quando si dice il destino. L'idea di issare la bandiera scozzese sulla sede del governo di Londra in vista del referendum sull'indipendenza di Edinburgo finita in modo fantozziano. Mentre due operai tiravano su la cordicella, il cosiddetto “Saltire”, la croce bianca su fondo blu che simboleggia la Scozia, caduta gi e decine di fotografi hanno ripreso la scena che il primo ministro David Cameron non si sarebbe mai immaginato.

L'idea dell'alzabandiera sul pennone più alto di Downing Street 10, la sede del governo del Regno Unito, che è anche la residenza del premier, era venuta al primo ministro in persona. Gli ultimi sondaggi indicano che gli indipendentisti sono in grande rimonta e Londra, un po' in ritardo forse, voleva far circolare un immagine della Croce di Sant'Andrea, il vessilo scozzese, accanto a quella che rappresenta tutta la nazione. Un gesto simbolico e propagandistico per ripetere che l'Inghilterra e la Scozia hanno camminato assieme per 307 anni e possono benissimo continuare.



Ma la bandiera, per qualche motivo - un colpo di vento, un errore degli operai o chissa cosa - si è staccata dalla cordicella e le foto che sono finite sui circuiti internazionali sono diametralmente opposte a quelle che si augurava David Cameron. L'operazione è stata ripetuta e alla fine il “Saltire” è andato su. All'inizio era afflosciato perché non c'era vento. Ma dopo un po' di brezza arrivata nel centro di Londra lo ha fatto sventolare. L'alzabandiera con la Croce di Sant'Andrea verrà emulato da molte amministrazioni locali dell'Inghilterra, del Galles e dell'Irlanda del Nord. Ma molti osservatori giudicano la mossa una pessima trovata. «Per anni - dicono - ci siamo occupati della Scozia a corrente alternata. Ora che temiamo di perderla facciamo cose che non abbiamo mai fatto. C'è il rischio che un numero sempre maggiore di scozzesi non creda alla serietà e alla bontà delle nostre intenzioni».

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