Israele, bimbo palestinese bruciato vivo: arresti preventivi per estremisti ebrei

Israele, bimbo palestinese bruciato vivo: arresti preventivi per estremisti ebrei
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Domenica 9 Agosto 2015, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 10 Agosto, 12:31

Il ministro della difesa Moshè Yaalon ha emesso l'ordine di detenzione amministrativa (arresto preventivo) di 6 mesi per Meir Ettinger e Eviatar Slonim, sospettati di terrorismo ebraico: lo riferisco i media.

Al tempo stesso la scorsa notte lo Shin Bet (sicurezza interna) ha arrestato 9 persone nelle colonie in Cisgiordania per combattere l'estremismo ebraico: 2 ad Adei Ad nel nord dei Territori non lontano dal villaggio di Duma dove sono stati uccisi il bimbo palestinese Ali Dawabsheh e il padre Said. Altri 7 arresti Baladim.

Intanto in Israele cresce la tensione.

Il Paese sta vivendo «una grande frattura» e non si può escludere che l'attuale tensione conduca ad omicidi politici come avvenuto in passato per l'ex premier Yitzhak Rabin avverte - a un anno dal suo incarico - il presidente Reuven Rivlin, esponente storico del Likud (partito di Benyamin Netanyahu), ex ministro di Ariel Sharon ed ex presidente della Knesset, e oggetto in queste settimane su alcuni social media di una campagna di incitamento e di odio da parte dei gruppi radicali ebraici.

La colpa di cui è accusato - tanto da finire su internet raffigurato come un nazista, lo stesso che accadde a Rabin - è quella di aver denunciato con grande forza il clima di intolleranza e di fanatismo degli ultrà della destra, specie dopo l'attentato che è costato la vita al bimbo palestinese.

Sulle minacce a Rivlin la polizia ha aperto un'indagine che fa il paio con il pugno di ferro sempre più costante delle forze di sicurezza verso l'integralismo eversivo ebraico.

Da giorni Meir Ettinger (23 anni), indicato come l'ideologo di cellule di estremisti violenti attive nei Territori, è nelle mani dello Shin Bet (sicurezza interna) per fare luce sia sulla morte del piccolo palestinese sia dell'incendio doloso nella Chiesa delle Moltiplicazione dei Pani e dei Pesci presso Tiberiade.

«Tutto è possibile. Oggi ci sono persone fanatiche che pensano che uno stato democratico ed ebraico sia solo democratico per gli ebrei», ha ammonito Rivlin in un'intervista a Ynet rispondendo a una domanda se il clima attuale del paese stia scivolando verso una stagione in cui sia possibile un altro possibile omicidio politico.

«Il terrorismo è terrorismo e non importa - ha incalzato - a quale nazionalità appartenga». «Abbiamo bisogno, come nazione, popolo e moralità, di prevenire ogni possibilità di terrorismo. Il terrorismo ebraico è - ha sottolineato in un'altra intervista ad Haaretz - un pericolo per Israele al pari di quello arabo».

Poi - sintetizzando l'apparente stallo delle indagini verso gli ambienti estremisti, denunciato dai media e da alcuni analisti - ha ammesso con Ynet che c'è «difficoltà nel combattere questo tipo di terrore perpetrato dai gruppi di ebrei radicali». Allo stesso modo - ha proseguito - «è difficile assicurare i responsabili alla giustizia». Per questo ha invocato la necessità di introdurre «mezzi per combattere questo genere di terrorismo» chiedendo che anche «il più affilato» di questi «debba essere disponibile». E ha ricordato a quelli che chiedono la pena di morte per i terroristi che «questo varrebbe anche per gli ebrei» responsabili di atti analoghi.

Rivlin - succeduto alla presidenza ad un personaggio carismatico come Shimon Peres e nel picco della guerra con Hamas a Gaza della scorsa estate - non è certo personaggio da arretrare: le minacce - ha detto chiaro e tondo - «non mi intimidiranno».

La stessa determinazione la impiega nei temi politici: è convinto ad esempio che l'attuale governo di Netanyahu debba allargarsi, visto che «la maggioranza di 61 seggi rende impossibile far passare leggi importanti». E non è affatto contento del contrasto tra Netanyahu e il presidente Usa Barack Obama per l'intesa sull'Iran, pericoloso per le relazioni tra i due paesi.