Ancora caos a Hong Kong, dove centinaia di giovani hanno rioccupato una delle strade sgombrate ieri con la violenza dalla polizia, che ha attaccato i presidi dei manifestanti pro-democrazia dando il via agli scontri più gravi dall'inizio delle proteste, tre settimane fa.
Gli arresti Uno dei giovani ha dichiarato ai media locali che la «rioccupazione» della strada, molto vicina all'ingresso degli uffici governativi, è «una piccola vittoria» dopo la drammatica giornata di ieri. Tra le decine di persone picchiate dagli agenti e arrestate c'era anche un dirigente del Partito Civico, uno dei gruppi politici che hanno appoggiato la protesta, Ken Tsang.
Le violenze Video diffusi dalle televisioni locali mostrano agenti che picchiano dei manifestanti ammanettati, in atti di violenza su giovani a terra. Alcuni dei poliziotti che hanno partecipato ai pestaggi sono stati sospesi dal servizio.
Le barricate Testimoni sul posto affermano che al momento circa mille persone di trovano ad Admirality sull'isola di Hong Kong, il concentramento principale dei protestatari. Poche decine rimangono negli altri due, quelli di Causeway Bay e quello di Mongkok sulla penisola di Kowloon, dove permangono ancora delle barricate che si ritiene verranno demolite oggi dalla polizia.
Leung Chun-ying Il Quotidiano del Popolo di Pechino riafferma oggi la fiducia del governo centrale nel capo del governo locale, o «chief executive», Leung Chun-ying, la cui popolarità è fortemente calata nelle ultime settimane nell'ex-colonia britannica. Da un sondaggio pubblicato dal South China Morning Post risulta che alcuni degli esponenti del governo, tra cui la «numero due» Carrie Lam e in responsabile delle finanze John Tsang sono più popolari del «chief executive». Leung è sotto tiro anche per una vicenda poco chiara, al centro della quale c' è un pagamento di cinque milioni di euro che avrebbe ricevuto da un' impresa australiana per curare i suoi interessi ad Hong Kong.