Francia, uomo decapitato in fabbrica, l'attentatore dell'Isis collabora

Francia, uomo decapitato in fabbrica, l'attentatore dell'Isis collabora
2 Minuti di Lettura
Domenica 28 Giugno 2015, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 14:10
Yassin Salhi, arrestato per l'omicidio e la decapitazione del suo datore di lavoro, avrebbe ammesso l'assassinio.

Lo riferiscono fonti del quotidiano Le Parisien, secondo le quali l'uomo ha raccontato che l'uccisione è avvenuta in un parcheggio lungo il tragitto fra l'impresa della vittima e la fabbrica Air product dove Salhi ha poi cercato di provocare un'esplosione in un attacco che ha scioccato la Francia.



Quanto alle motivazioni del suo gesto, Salhi si è mostrato «confuso», evocando «difficoltà personali legate al lavoro e la famiglia». Fonti citate da Le Figaro aggiungono che Salhi non si definisce «terrorista». Intanto s'indaga, con l'aiuto della polizia canadese, sul macabro selfie con la testa mozzata della sua vittima che Yassin ha inviato tramite WhatsApp ieri mattina alle 9 ad un numero di telefono in Canada.



Secondo i primi elementi dell'inchiesta, Salhi è stato visto alle 7.30 assieme al suo datore di lavoro Hervé C. Alle 9.28, Salhi, impiegato come autista per le consegne, si presenta all'ingresso della fabbrica Air Product di Saint-Quentin-Fallavier. In sette minuti, e fuori dal campo delle telecamere di sorveglianza, prepara la macabra messa in scena ponendo la testa del datore di lavoro sulla cancellata e coprendola con due bandiere, una nera e l'altra bianca, che riportano la sua professione di fede scritta in arabo. Poi, alle 9.35, l'uomo punta con il suo camioncino pieno di bombole di gas contro un hangar riempito di contenitori di gas e acetone.



Viene poi bloccato da un pompiere mentre grida Allah Akbar.
Sono stati poi rinvenuti il corpo senza testa della vittima, un coltello e un'arma giocattolo. Gli inquirenti, scrive le Figaro, ritengono che Salhi abbia minacciato Hervè C. con l'arma finta. Il corpo della vittima presenta segni di strangolamento, ma non è ancora chiaro se Hervè C. fosse ancora vivo quando è stato decapitato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA