Era stato il capo di Stato maggiore dell'esercito nigeriano Alex Badeh - stando ai principali quotidiani internazionali - ad affermare che un'intesa era stata conclusa tra il governo federale di Abuja e Jamaatu Ahlis Sunna Liddaawati wal-Jihad, vale a dire il gruppo per la predicazione e la jihad, meglio conosciuto come Boko Haram.
Parallelamente era intervenuto anche il primo segretario della presidenza, Hassan Tukur, che alla France Presse aveva affermato che era stato raggiunto un accordo con il gruppo radicale islamico per la fine delle violenze, nell'ambito del quale si inserisce anche la liberazione delle 219 studentesse sequestrate a Chibok, nello Stato del Borno. Ma in serata sono intervenuti i servizi di sicurezza nigeriani contraddicendo in parte quanto detto dalla presidenza. «Questo aspetto - la liberazione delle giovani - non è stato ancora raggiunto, ma ci stiamo lavorando».
Il dipartimento di Stato Usa non «è in grado di confermare in modo indipendente» che sia stato raggiunto un accordo sul cessate il fuoco raggiunto tra l'esercito nigeriano e gli estremisti islamici dei Boko Haram e sulla liberazione delle studentesse rapite.
Lo ha riferito la portavoce del Dipartimento, Marie Harf. La stessa portavoce ha aggiunto poi che gli Stati Uniti accoglierebbero naturalmente con favore la fine delle ostilità e il rilascio delle ragazze rapite sei mesi fa.
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