«Abbiamo aiutato le autorità Usa a trovare Bin Laden»: contesa la maxitaglia di ricompensa

Osama Bin Laden
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Sabato 2 Novembre 2013, 14:31 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 14:39
E' contesa la taglia di 25 milioni di dollari che pendeva sulla testa di Osama Bin Laden, destinata a chi avrebbe dato informazioni utili per incastrare il capo di Al Qaeda. Due diverse persone reclamano la maxi taglia, asserendo di aver rivelato il rifugio dove si trovava Bin Laden.



L'ultimo in ordine di apparizione è Tom Lee, 63enne mercante di gemme, che a suo dire avrebbe aiutato gli investigatori federali a intercettare dove si trovava Osama Bin Laden e ora chiede la sua ricompensa di 25 milioni di dollari.



Lee per ricevere quella che ritiene la sua giusta ricompensa si affida a vie legali, rivolgendosi allo studio Loevy & Loevy, che in agosto ha inviato una lettera al direttore del Fbi, James Comey. Nella lettera si sostiene che un agente dell'intelligence del Pakistan avrebbe riferito a Lee di aver scortato Bin Laden e la sua famiglia da Peshawar ad Abbottad e che lo stesso Lee avrebbe poi girato la 'soffiata' alle autorità Usa.



Solo due giorni fa invece a reclamare i 25 milioni di dollari è stata la scrittrice Mary Pace per la cattura e l'uccisione di Osama Bin Laden, il 2 maggio 2011 in Pakistan. La sua vicenda è finita in tribunale. Le parti dovranno comparire il prossimo 18 dicembre al Tribunale di Roma dopo l'atto di citazione presentato nei mesi scorsi dagli avvocati Carlo e Giorgio Taormina, che assistono la scrittrice ciociara.



Il ministero dell'Interno italiano si è già costituito, mentre non lo ha ancora fatto il Dipartimento di Stato americano.
Pace, che da circa 20 anni si occupa di intelligence e terrorismo internazionale, sostiene di aver rivelato alla Cia, nel 2010, il rifugio dove si trovava il capo di Al Qaeda e per questo adesso chiede che le sia riconosciuta la taglia che era stata messa sulla testa di Bin Laden.
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