Obama a Roma, oggi dal Papa
Mega corteo di auto verso i Parioli

Obama a Roma, oggi dal Papa Mega corteo di auto verso i Parioli
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Mercoledì 26 Marzo 2014, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 08:14

Barack Obama arrivato a Roma. Il presidente sceso di corsa dalla scaletta dell'Air Force One, intorno a s un cordone di sicurezza rigidissimo. Dopo poco più di mezz'ora il presidente ha fatto ingresso a Vilal Taverna, la residenza dell'ambasciatore americano, dove Obama passerà la notte.

Fiumicino Mobilitate le forze dell'ordine del Leonardo da Vinci, con pattuglie della Polaria, dei Carabinieri e della Finanza che perlustrano l'intero perimetro aeroportuale. Tiratori scelti sono appostati sulle terrazze delle aerostazioni e degli edifici che ospitano il settore delle merci, mentre a terra sono state predisposte pattuglie supportate da unità cinofile antiterrorismo.

Meticolosi, sia da parte degli agenti della Polizia di frontiera che degli artificieri, i controlli di sicurezza a cui vengono sottoposti gli oltre cento tra giornalisti, cameramen e fotografi accreditati a seguire le fasi dell'arrivo del Presidente Usa, sia per quanto riguarda le ispezioni personali che le attrezzature.

Saranno trentasei ore con il fiato sospeso, con la Storia che ci passa davanti: un gigantesco apparato di vigilanza messo a punto dal Viminale e dalla Questura di Roma, mille uomini e anche più, a presidiare gli obbiettivi possibili, le compagnie aeree, le grandi catene commerciali, a monitorare gli umori della galassia antagonista, a montare sistema jammer lungo i possibili percorsi per impedire interferenze elettromagnetiche o l’attivazione di congegni a distanza.

Chiuso lo spazio aereo questa sera, ancora chiuso per diverse ore nella giornata di domani e venerdì mattina, quando Obama lascerà l’Italia. Bonificate le strade attorno all’ambasciata di via Veneto, attorno alla residenza di Villa Taverna e soprattutto nella zona del Colosseo, dove oggi pomeriggio dovrebbe consumarsi il più scenografico degli appuntamenti. Piazza pulita di tutto: via le auto in sosta, via i cassonetti, e pazienza per i turisti e i finti gladiatori, via anche loro, almeno in quelle ore.

Il programma Oggi lle dieci e mezza, il primo incontro fra Obama e Papa Francesco, il ventottesimo nella storia dei rapporti tra Washington e la Santa Sede, molto atteso dai media americani che da giorni continuano a discutere delle possibili radici cattoliche del pensiero del Presidente, e soprattutto della fortissima impronta cattolica dell’Amministrazione. Le tv impazziranno per un’immagine di loro due, Obama e Francesco, nel cortile di San Damaso.

VENTISEI AUTO, OTTO MOTO

Alle dodici e un quarto il corteo presidenziale di ventisei auto blindate e otto moto raggiungerà il Quirinale, per l’incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, l’uomo che più volte Obama ha detto di ammirare. A seguire, l’incontro con il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, nella spettacolare e collaudatissima cornice di Villa Madama. Arrivo alle 14.20, dieci minuti di rassegna militare a uso e consumo della stampa mondiale, poi l’incontro vero e proprio, con tanto di conferenza stampa congiunta fissata per le 15.40.

IL SIT IN IN VIA VENETO

Quaranta minuti più tardi il Presidente degli Stati uniti è atteso al Colosseo, e non esistono accrediti per questo evento, ognuno si sta raccomandando come può. Tra gli anelli dell’Anfiteatro Flavio lo guiderà un archeologo, gli sarà consentito, come a un turista qualsiasi, anche un po’ di shopping che un ricordino non guasta mai.

Potrebbero essere questi i momenti più delicati della visita. Perché controllare tutta l’area del Colosseo, così aperta, non sarà uno scherzo, ma anche perché, proprio a quell’ora, sotto l’ambasciata di via Veneto, ci sarà un sit-in, la più importante della manifestazioni di protesta organizzate per questa visita. Una sfilza di sigle dai No Muos ai No War, ai Cobas, ai Citizens for Peace, fino al Comitato di solidarietà Leonard Peltier, che si batte per la liberazione di questo «nativo americano detenuto da 38 anni». Poi l’ultimo appuntamento romano, ma non il meno importante: un incontro «privatissimo» con tutto lo staff dell’ambasciata americana in Italia.

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