Era la vigilia dell'Eid Al Adha, la festa del sacrificio in Arabia Saudita che quest'anno è stata celebrata a partire dal 24 settembre, quando Yara è stata massacrata con un tubo e un bastone perché si era rifiutata di dire al padre di volergli bene.
«Ha usato un tubo che ha strappato dall'aria condizionata e ha iniziato a colpirla. Secondo i medici il colpo fatale è stato inflitto alla testa – ha continuato la madre - Ha iniziato a picchiarla semplicemente perché lei gli ha detto che non lo amava. Era furioso e l'ha rinchiusa in una stanza. Lei era disperata, ha avuto una crisi di pianto incontrollabile. Quando il mio ex marito ha riaperto la stanza, Yara era riversa a terra. L'ha portata in ospedale ma mia figlia è morta lunga il tragitto».
Davanti agli investigatori che stanno facendo chiarezza sulla morte della bimba, l'uomo, che al momento del massacro non era sotto effetto di droghe, avrebbe detto di averla pestata perché desiderava educarla.
La triste storia di Yara ha scatenato sui social network l’ira di centinaia di utenti scioccati per la violenza selvaggia inflitta su una bambina di sette anni. «Questo è il crimine più atroce. Questo criminale dovrebbe essere sepolto vivo» sostiene Abu Nawas, un utente. «La gente trascorre il giorno prima di Eid a pregare e supplicare Dio – ha scritto Noora – E invece questo criminale lo ha usato per uccidere la figlia innocente. Dovrebbe essere condannato a morte immediatamente». Un altro utente, inorridito dalla storia, ha scritto: «Alcuni cuori sono induriti e per loro non c'è speranza. Alcune persone si trasformano in forze del male prive di sentimenti ed emozioni. Possa Dio concedere a Yara pace eterna e spero che questo criminale possa essere punito severamente».