Dalla porta principale del palazzo del Quirinale, intanto, facevano ingresso, a piedi, gli avvocati delle parti. L'esame di Napolitano come testimone è stato avviato dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e – secondo la tabella di marcia prevista dai pm – le prime domande, si incentrano sulla lettera che il capo dello Stato ricevette nel 2012 da Loris D'Ambrosio, suo consulente giuridico, morto successivamente per un infarto. La procura di Palermo intende approfondire a cosa si riferisse D'Ambrosio quando si diceva preoccupato dal «vivo timore di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi», nel periodo tra l'89 e il '93.
Un secondo filone di domande dovrebbe riguardare, invece, un'informativa del Sismi del '93 che riferiva di un possibile attentato ai danni di Napolitano (all'epoca presidente della Camera) oltre che contro il presidente del Senato Giovanni Spadolini.
Nella sala del Bronzino di palazzo del Quirinale, dove Napolitano ha reso la sua testimonianza, erano circa una quarantina le persone presenti tra giudici della corte d'Assise, magistrati della procura e avvocati. Palazzo off limits per i giornalisti che hanno atteso in piazza. Molte le tv, anche straniere, e numerosi i cronisti venuti da Palermo a seguire questo ulteriore sviluppo del processo sulla trattativa Stato mafia.
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