Pompei chiusa due ore per assemblea: 500 turisti restano fuori

Pompei chiusa due ore per assemblea: 500 turisti restano fuori
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Domenica 22 Giugno 2014, 17:36 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 14:43
Ancora caos a Pompei dove circa 500 turisti sono rimasti in attesa agli ingressi degli Scavi di Pompei e decine di persone ad Ercolano, chiusi due ore per un'assemblea dei lavoratori dei siti archeologici.



I sindacati L'assemblea avrebbe dovuto protrarsi fino alle ore 12,30 ma è stata chiusa alle ore 10,30, con due ore di anticipo. «Le organizzazioni sindacali Cisl, Unsa, Filp e e Usb hanno ritenuto opportuno anticipare alle ore 10,30 l'apertura degli Scavi di Pompei ed Ercolano - spiega Antonio Pepe, responsabile della Cisl degli Scavi - Una decisione assunta all'unanimità per evitare che le responsabilità dell'amministrazione ricadano sull'utenza che va rispettata. L'obiettivo delle organizzazioni sindacali è di migliorare la fruibilità del sito archeologico di Pompei».



Sos al ministro Antonio Irlando, presidente dell'Osservatorio Patrimonio Culturale ha lanciato un sos al ministro ministro della Cultura Dario Franceschini ricordando che le ragioni delle proteste dei dipendenti della Soprintendenza sono le stesse da sempre e di semplice soluzione, non riferibili però al solo soprintendente di turno. «Da alcuni decenni - spiega Irlando - si evidenzia la sproporzione inammissibile tra le ordinarie rivendicazioni dei lavoratori e i danni incalcolabili, in termini economici e di reputazione dell'Italia, che derivano dalla chiusura degli scavi di Pompei, Ercolano, Oplonti e Stabia. Infatti, pagare con regolarità gli arretrati di prestazioni svolte dai custodi, adeguare i loro luoghi di lavoro alle norme di salute e sicurezza dei lavoratori, organizzare con maggiore efficienza le prestazioni quotidiane di lavoro, potenziare gli organici di chi deve vigilare sugli scavi di Pompei ricorrendo anche alla mobilità del personale, non sembrano proprio questioni che, per la loro risoluzione, debbano sottoporre migliaia di turisti a restare bloccati sotto il sole o, addirittura, a rinunciare alla visita di Pompei dopo essere giunti in Italia dall'altra parte del mondo».



Pertanto, secondo Irlando, «la chiusura degli scavi di Pompei di questa mattina, delle volte precedenti e dei prossimi giorni si poteva e si può ancora evitare con il minimo sforzo da parte del ministro Franceschini. La vertenza Pompei ha anche competenze ministeriali e non può essere risolta con le sole competenze del locale soprintendente».
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