Milano, Corona in Tribunale: «Sono un uomo nuovo, rinnovatemi l'affidamento a don Mazzi»

Milano, Corona in Tribunale: «Sono un uomo nuovo, rinnovatemi l'affidamento a don Mazzi»
di Claudia Guasco
3 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Ottobre 2015, 19:15 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 16:19
MILANO Abito scuro, camicia bianca, occhiali fumè, Fabrizio Corona si presenta davanti ai giudici del Tribunale di Sorveglianza. E’ un appuntamento importante: il collegio deve decidere se può restare in affidamento nella comunità di don Mazzi o se deve tornare nel carcere di Opera. Fuori o dentro. L’ex re dei paparazzi vuole dimostrare che la fiducia che gli è stata accordata non andrà sprecata. «Mi è stata data un’opportunità e vi ringrazio molto, datemene un’altra, sono un uomo nuovo e ve lo dimostrerò. Fidatevi di me», ha detto ai giudici.

UN UOMO NUOVO

Nell’udienza, che si è svolta a porte chiuse, Corona ha chiesto la conferma dell’affidamento in prova ai servizi sociali che gli è stato concesso lo scorso giugno e il sostituto pg Antonio Lamanna ha dato parere favorevole. Il Tribunale deciderà entro metà della prossima settimana. Ad allentare la tensione ci hanno pensato alcuni fan, che lo hanno aspettato all’ingresso del palazzo di giustizia per stringergli la mano e incitarlo: «Sei un grande». Ma per l’avvocato Ivano Chiesta, difensore del paparazzo, «il Fabrizio Corona che conoscevate voi prima, non c’è più». Le relazioni redatte dal Sert (il servizio per le tossicodipendenze) e dall’Uepe (l’Ufficio esecuzione penale) «sono tutte favorevoli e sottolineano addirittura che potrebbe uscire dalla comunità e proseguire nell’affidamento sul territorio, senza essere legato al centro di don Mazzi», afferma il legale. Ora la parola spetta ai giudici della Sorveglianza, che devono decidere se confermare o meno l’affidamento nella comunità Exodus nel giro di una settimana. Se il verdetto fosse negativo, Corona tornerebbe in carcere a Opera, dove è stato detenuto fino al 18 giugno per circa due anni e mezzo. All’ex agente fotografico restano da scontare 4 anni e 8 mesi che, nel caso di un via libera dalla Sorveglianza, trascorrerebbe in affidamento in prova. Il trasferimento alla comunità Exodus di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, era stato concesso dal giudice Giovanna Di Rosa per una diverse ragioni, alcune tecnico-giuridiche, altre relative all’assenza di pericolosità sociale e al suo passato di tossicodipendenza. Alla base del provvedimento ci sono anche gli anni di carcere che Corona ha già scontato, quasi tre considerando anche il ”presofferto”, la pena residua che è di circa cinque anni, la «non riconosciuta pericolosità sociale, la recuperabilità del soggetto attraverso l’affidamento in comunità», anche in vista di «un percorso terapeutico data la sua tossicodipendenza».

DISCOTECA

Per il legale «i permessi di lavoro che in questo periodo Corona ha ottenuto sono stati un banco di prova e lui si è comportato molto bene». In effetti la vita sociale di Corona in affidamento è particolarmente intensa. A settembre la sua prima uscita pubblica, alla presentazione del documentario sulla sua vita (Metamorfosi), poi la giornata in un parco divertimenti con il figlio Carlos, la partecipazione a Roma Sposi a Roma e quindi una serie di servizi fotografici. Sabato prossimo è atteso alla fiera Tutto Sposi a Napoli, il comunicato stampa parla di «un ritorno importante per lanciare un monito ai giovani, specie del Sud, affinché la sua esperienza sia d’insegnamento e non vada dispersa». Due settimane dopo, sabato 7 novembre, tornerà in discoteca e sarà «ospite speciale» del Disco Club Celebrità di Trecate, in provincia di Novara. Per uscire dalla comunità deve chiedere il permesso ai giudici, che valutano caso per caso se accordarlo o meno. Fino a questo momento non hanno detto mai di no. La linea che trapela dalla Sorveglianza è la seguente: vero che si tratta di eventi mondani, ma è di questi che è fatto il lavoro di Fabrizio Corona.
© RIPRODUZIONE RISERVATA