Allarme profughi, pressing del Viminale: trattati bilaterali con i paesi dei migranti

Allarme profughi, pressing del Viminale: trattati bilaterali con i paesi dei migranti
di Valentina Errante
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Domenica 14 Giugno 2015, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 10:16
La partita ancora una volta si gioca in Europa. E dopo il nodo della relocation, con le quote di profughi siriani ed eritrei sbarcati nel nostro Paese che potrebbero trovare accoglienza negli altri stati, quello dei trattati per la riammissione dei migranti nei paesi d’origine, è il punto centrale della trattativa italiana sull’Agenda per l’immigrazione. Una partita che non potrà essere chiusa prima di cinque o sei mesi, non rientra nella cosiddetta ”Azione immediata” dell’Agenda, ma che potrebbe essere determinante nella soluzione dell’emergenza immigrazione ed è uno degli obiettivi ai quali punta l’Italia. Perché in media soltanto il 50 per cento dei migranti che presenta una domanda di asilo ha titolo per ottenere lo status di rifugiato o un permesso umanitario. Condizioni indispensabili sono la provenienza da stati in guerra o nei quali i regimi non garantiscono il rispetto dei diritti umani. La valutazione delle istanze riguarda anche situazioni di soggetti che risultino perseguitati o gravi situazioni personali nei paesi d’origine. Chi non rientra in queste categorie, invece, dovrebbe essere rimpatriato. Ipotesi esclusa in assenza di accordi con i paesi di origine, che l’Italia non può concludere da sola. Soprattutto se la merce di scambio sono gli aiuti economici.



LE CIFRE

Nel 2014 in Italia sono arrivate 170 mila persone e le richieste di protezione internazionale sono state 63.041. Dei quasi 107mila rimasti fuori, alcuni non sono stati identificati e si sono probabilmente spostati verso altri paesi Ue, altri sono migranti irregolari. A febbraio 2015 le domande esaminate, la maggior parte di anni precedenti a questo, erano 16.603 (il 26,34%) 7.553 con esito positivo e 9.091 (pari al 55%) rigettate. Quest’anno il numero delle domande è cresciuto, le richieste tra gennaio e maggio erano già 20.858, mentre è scesa al 49% la percentuale delle bocciature, con 1.609 dinieghi sui 3.301.



Soggetti che, secondo la legge, non avrebbero diritto di rimanere in Italia anche se molti di loro, con un decreto di espulsione in tasca, rimangono nel nostro paese, perché l’assenza di accordi con gli stati di provenienza non consente riammissioni. Molti dei migranti che sbarcano evitano di essere identificati, sperando di oltrepassare le frontiere e presentare domanda di asilo in Francia, in Germania o in Inghilterra.



I TRATTATI

Attualmente l’Italia ha firmato trattati bilaterali per la riammissione soltanto con Tunisia, Egitto, Marocco e Nigeria. Soltanto gli immigrati di queste nazionalità tornano nei paesi di origine e comunque non sempre gli accordi vengono rispettati. Si tratta comunque di cifre minime, visto che dei 57.019 immigrati sbarcati sulle nostre coste da gennaio al 12 giugno, si contano 681 marocchini, 410 tunisini, 247 egiziani. Il Consiglio europeo avrebbe dovuto concludere, entro maggio del 2004, accordi di riammissione o includere clausole standard negli accordi di cooperazione economica e di associazione. Intese sostanzialmente fallite per le diverse posizioni dei partner europei nei rapporti con i paesi di origine e di provenienza (e sulla distribuzioni delle enormi spese delle politiche di sbarramento delle frontiere e di rimpatrio forzato).



Negli ultimi anni sono stati stipulati gli accordi tra l'Ue e la Moldavia, l'Ucraina, l'Albania, mentre ancora manca una conclusione agli sforzi che diverse agenzie dell'Ue hanno rivolto ai paesi nordafricani per riuscire a concludere accordi multilaterali sull’immigrazione, mentre si sono invece moltiplicati gli accordi bilaterali dei singoli membri Ee.



LE CONDIZIONI UE

Ma c’è un’ombra nelle trattative italiane con l’Europa.
Non soltanto l’accusa di non sottoporre al fotosegnalamento tutti i migranti che sbarcano, alcuni stati membri ci contestano di lasciare circolare liberamente i richiedenti asilo, tra i quali si nascondono anche migranti economici. Una circostanza prevista dalla nostra legge che consente spesso ai profughi di varcare i confini nazionali. La proposta, inaccettabile per l’Italia, è di tenere i richiedenti asilo in custodia fino al termine della procedura per lo status di rigugiato.
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