Berlusconi, la procura di Napoli valuta l'incriminazione. Ruby difende l'ex premier: condannato per nulla

Berlusconi, la procura di Napoli valuta l'incriminazione. Ruby difende l'ex premier: condannato per nulla
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Venerdì 20 Giugno 2014, 14:41 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 11:02

La procura di Napoli decider luned prossimo eventuali iniziative per le frasi contro la magistratura pronunciate ieri in aula da Berlusconi, al termine della sua testimonianza al processo Lavitola. A quanto si è appreso i magistrati valuteranno l'ipotesi dell'avvio di un procedimento per il reato di oltraggio a magistrato in udienza. Il procuratore Giovanni Colangelo, e i pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, esamineranno il verbale dell'udienza - la cui trascrizione sarà disponibile a inizio settimana - e prenderanno in considerazione anche l'eventuale trasmissione del verbale al Tribunale di Sorveglianza di Milano, che nel concedere all'ex premier il benefico dell'affidamento in prova ai servizi sociali aveva fissato alcune prescrizioni tra cui quella di evitare dichiarazioni offensive nei confronti dell'ordine giudiziario.

Berlusconi ieri in aula, rivolgendosi al presidente della sesta sezione del Tribunale Giovanna Ceppaluni, aveva detto: «La magistratura è incontrollata, incontrollabile, irresponsabile e ha l'impunità piena».

Intanto i giudici della seconda Corte d'appello di Milano il prossimo 18 luglio entreranno in camera di consiglio per la sentenza del processo sul caso Ruby nel quale Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile. In Aula è stato stabilito oggi che la requisitoria del procuratore generale si terrà il prossimo 11 luglio. Il presidente

della Corte d'Appello, Enrico Tranfa, nello stabilire in aula il calendario delle udienze in accordo con i legali dell'ex premier e con il sostituto procuratore generale Piero De Petris, ha ribadito la necessità di contemperare le esigenze dell'accusa e delle difese con quelle di «speditezza e concentrazione» del dibattimento, sottolineando che «è un interesse globale della corte e delle parti contenere gli interventi».

E così, trattandosi di un processo di secondo grado e con un solo imputato, tutto si dovrebbe chiudere, salvo sorprese, in tre udienze per poi dedicare un giorno, il prossimo 18 luglio, alle repliche e alla camera di consiglio. Infatti dopo la requisitoria del pg, fissata per il prossimo 11 luglio, i professori Franco Coppi e Filippo Dinacci prenderanno la parola per le loro arringhe il 15 e il 16 luglio.

Coppi al termine dell'udienza ha ribadito che non sono previste particolari istanze o di rimessione o di riapertura del dibattimento, e che la difesa sarà "tecnica". Inoltre ha ripetuto che Berlusconi verrà in aula solo se «sarà necessario» e a chi gli ha fatto notare che la sentenza dovrebbe arrivare entro l'estate, ha affermato: «tutto sommato sapevamo che i tempi erano questi».

Oggi in aula il giudice Concetta Lo Curto ha tenuto la relazione e ha illustrato i motivi per cui il Tribunale , un anno fa, ha ritenuto di condannare il leader di Forza Italia a sette anni di carcere e i motivi per cui la difesa nel suo ricorso ha chiesto l'assoluzione. Il magistrato ha inoltre ricordato che parallelamente a quello firmato dai suoi difensori «anche l'imputato ha proposto un appello personalmente», più sintetico e che per il contenuto si sovrappone, in sostanza, al primo.

«La verità è che Berlusconi mi ha rispettato più di tutti gli uomini che ho incontrato nella mia vita precedente nei locali e nelle discoteche. Gli hanno dato sette anni per nulla», dice intanto Karima El Mahroug, alias 'Ruby', intervistata dal Giornale alla vigilia del processo in appello a Milano. «Vengo massacrata in continuazione. So che il vero bersaglio non sono io ma è Berlusconi», «mi domando: quanto deve durare questo massacro?».

«Avevo diciassette anni - spiega - ero totalmente allo sbando, e in quelle telefonate mi attaccavo ad amiche che poi amiche non erano, e mi inventavo cazzate per darmi arie. Errori di gioventù che non credo di dover pagare in eterno. Il problema vero è quello che è successo dopo, quando sono arrivati i pm a interrogarmi, e ho capito subito che di me non gli interessava assolutamente niente, volevano solo e a tutti i costi questo signor Berlusconi, e io gli ho dato quello che volevano. Sono stata anche pittoresca, certo. Faccio mea culpa, va bene? Ma da qui a prendere per oro colato le parole di una ragazzina di diciassette anni scappata di casa ce ne corre».

«Sono sotto inchiesta? Bene. Io sono tranquilla, perché se Berlusconi mi avesse dato i cinque milioni di cui parlavo nelle intercettazioni, non sarei ridotta adesso a chiedere ai miei suoceri i soldi per fare la spesa. Invece quando cerco lavoro, anche come commessa, trovo solo porte chiuse perché la gente pensa "ma come, questa ha cinque milioni di euro e vuole lavorare, chissà cosa c'è sotto". Adesso forse ho trovato un posto in un ristorante a Milano. Se va male anche lì, andrò dalla Boccassini a chiederle di prendermi come donna delle pulizie».

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