I fatti si sono verificati poco dopo le 21. Mesuti, questo avrebbero ricostruito in meno di 24 ore le indagini, sarebbe intervenuto in difesa di alcuni minori durante un litigio con un altro gruppo di ragazzini, alcuni figli di pregiudicati della zona. Avrebbe dato uno schiaffo a uno di loro e si sarebbe poi allontanato in compagnia di una ragazza dirigendosi verso un bar della zona. Il ragazzino schiaffeggiato dall'albanese avrebbe però chiamato alcuni parenti, raccontando quello che era successo. A questo punto si sarebbe messa in moto la macchina della vendetta. In due avrebbero raggiunto Mesuti all'esterno del bar, uno di loro armato con una pistola a tamburo. La vittima si sarebbe accorta dell'arma e avrebbe tentato di fuggire, ma è riuscito a fare solo pochi metri.
Secondo i rilievi, sarebbero almeno tre i colpi sparati contro la vittima, uno lo ha colpito al cuore.
Pochi minuti di agonia, la corsa in ospedale e poi la morte nel Policlinico di Bari. Nei prossimi giorni, la Procura affiderà l'incarico per l'autopsia che chiarirà la traiettoria del colpo e la distanza del killer dalla vittima al momento degli spari, fornendo così ulteriori elementi utili a identificare l'omicida sulla base anche degli accertamenti balistici. Tra ieri sera e questa mattina gli agenti hanno eseguito anche diverse perquisizioni. L'esito di questi primi accertamenti, ma soprattutto la descrizione dei fatti e dei volti fornita dai testimoni, potrebbe già aver indirizzato le indagini verso una pista precisa.
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