«Neppure le pistole puntate addosso quando li abbiamo fermati li hanno scoraggiati dal mantenere un atteggiamento ostile; è stato necessario mostrare loro il teser per “fargli abbassare “la cresta”». Così in uno dei passaggi del racconto al giudice del Tribunale, un brigadiere del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dell’Aquila, ieri nell’udienza di convalida dell’arresto di quattro giovani albanesi (di cui due in Italia da appena una settimana) accusati di aver tentato un furto in un’abitazione di Navelli, arrivando uno di loro anche a salutare con la mano, a mo’ di sfottò, il proprietario che li aveva sorpresi.
In manette sono finiti, Hamdi Mehmetaj di 25 anni; Silvjo Mehmetaj di 19 anni; Risjan Mehmetaj di di 22 anni ed infine Aurel Myrtaj di 18 anni, residenti i primi tre a Civita di Bagno, l’ultimo presso il Progetto Case di Bazzano, tutti assistiti dall’avvocato Francesco Valentini. L’arresto come spiegato dallo stesso brigadiere, ha preso avvio dalla segnalazione di un tentativo di furto in un’abitazione a Navelli che aveva portato il proprietario a ingaggiare con l’auto dei malviventi un inseguimento lungo la Statale 17, terminato dopo poco data la velocità altissima tenuta dai fuggitivi, intercettati dai militari della Compagnia all’altezza della stazione di Paganica. Accesi i lampeggianti della macchina dei militari, il giovane albanese che si trovava al volante ha premuto sull’acceleratore ma è stato dopo poco fermato. Nonostante le pistole dei militari puntate (data anche l’inferiorità numerica rispetto al quartetto) i giovani non hanno smesso di avere un atteggiamento spavaldo.
Ci ha pensato un altro militare nel frattempo sopraggiunto (insieme a altri colleghi della stazione dell’Aquila e della Polizia) con in mano un teser.
CONVALIDA
Ieri il giudice del Tribunale ha convalidato gli arresti disponendo il solo obbligo di firma per i quattro in attesa del processo fissato a febbraio. I quattro ragazzi, nell’interrogatorio hanno negato ogni addebito affermando di trovarsi tutti in casa della fidanzata e dei genitori di uno di loro. Ricostruzione che non ha convinto il giudice visti gli orari non corrispondenti con quanto sostenuto dai militari e parte offesa. Infine, sequestrati a tutti i cellulari dai quali potrebbero uscire importanti informazioni in relazione ai numerosi furti che nelle ultime settimane stanno avvenendo in città e nelle periferie.