Sanità, il Tesoro punta a tagli per 10 miliardi: nel mirino gli sprechi degli ospedali

Sanità, il Tesoro punta a tagli per 10 miliardi: nel mirino gli sprechi degli ospedali
di Michele Di Branco
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Giovedì 20 Agosto 2015, 22:55 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 15:17
La legge di Stabilità vale già più dei 25 miliardi di euro che erano stati preventivati: il conto, nelle ultime settimane, viaggia ormai verso i 30-35 miliardi. Ed il governo, alle prese con il non facile rebus delle coperture, accelera sui tagli alla sanità.



Con il decreto Enti locali di fine luglio, messo a punto dopo l’intesa con le Regioni, Palazzo Chigi ha costruito, già per quest’anno, un pacchetto di misure da 2,3 miliardi per cercare di razionalizzare la spesa. Ma l’orizzonte è molto più ambizioso ed ora ne servono almeno altri 10 da recuperare nel corso del triennio 2016-2018.



Il dossier è nelle mani di Yoram Gutgeld che, su incarico del premier Matteo Renzi, ha ereditato da Carlo Cottarelli la patata bollente della Spending review. L’economista, che lavora a stretto contatto con il Tesoro, punta soprattutto ad operare un robusto giro di vite nei confronti dei centri di spesa riducendo le fonti di spreco. Il menù è ricco ed in particolare, gli enti del Servizio sanitario nazionale dovranno rinegoziare i contratti in essere per ridurre i prezzi del 5% rispetto agli accordi attuali. Inoltre, con l’obiettivo di disboscare le prestazioni non necessarie, entro la fine dell’anno il ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin farà un elenco descrivendo le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Il che vuol dire che tutte le prestazioni escluse da quella lista saranno totalmente a carico del cittadino.



E per rendere più stringente la svolta, il medico pagherà di tasca propria l’ingiustificata e gratuita erogazione della prestazione. La scure della Spending review sanitaria si abbatterà anche sui ricoveri ospedalieri e sulle spese per farmaci e macchinari, con verifiche più puntuali sulla coerenza dei prezzi a base d’asta rispetto ai prezzi di riferimento definiti dall’Autorità nazionale anticorruzione. La necessità di mettere sotto torchio la Sanità («ma non ci sarà alcuna macelleria sociale» garantiscono dal Tesoro ) deriva anche dalla oggettiva difficoltà di reperire le coperture della manovra. Da Via XX Settembre spiegano che la sanatoria che consente il rientro dei capitali promette bene (4 miliardi di gettito) ma ci sono perplessità su uno dei capisaldi della riduzione della spesa: la dieta immaginata per le aziende partecipate. Il governo si è impegnato a ridurre gli organismi, salvando quelli quotati, da 8 mila a mille ma il risparmio atteso non supererebbe un miliardo di euro.



Dunque è necessario trovare altre fonti. Tuttavia le misure da finanziare con la legge di Stabilità sono tante. Anche se gli uomini vicini al ministro Pier Carlo Padoan confermano che le priorità restano la neutralizzazione delle clausole di salvaguardia (16,8 miliardi), l’addio alla Tasi sulla prima casa e l’unificazione delle tasse locali nella Local tax (4,5 miliardi includendo la cancellazione dell’Imu agricola e l’imposizione sui macchinari). Ma dopo clausole e Tasi seguono la decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato da confermare anche per le assunzioni 2016 (circa 2 miliardi) e la flessibilità in uscita per le pensioni (8 miliardi).
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