Ancora più categorico un amico di famiglia che ha voluto restare anonimo, e che ieri ha raccontato a Metronews che Andreas è venuto in vacanza all'aeroclub di Sisteron fino al 2003 con i suoi genitori: «andavano sempre al campeggio vicino al club». E non è tutto, la famiglia, come molti altri tedeschi, avrebbe anche frequentato il club di volo di Seyne-les-Alpes, proprio quel paesino sotto al massiccio de l'Evêché dove oggi si trova la camera ardente per le vittime del volo 4U9525.
«NON È UN RAPTUS»
D'accordo anche gli psicologi: una crisi suicida può durare settimane. Inoltre è sorprendente che, durante tutti gli otto minuti che è durata la terribile discesa dell'Airbus, mentre era chiuso nella cabina di comando, sordo agli appelli della torre di controllo e alle grida del comandante chiuso fuori, non abbia mai vacillato, mai detto una parola, mai accelerato il respiro, come dimostrerebbe la traccia audio della scatola nera. «Tanta determinazione è sconvolgente - ha notato ieri uno psichiatra su quotidiano “Le Parisien” - Non basta una depressione o l'assunzione di farmaci antidepressivi per spiegare un gesto come questo. Bisogna aspettare la fine dell'inchiesta, vedere se ci sono altri elementi. La determinazione di quegli otto minuti non fa pensare a un gesto brutale o a un raptus».
TANTE OCCASIONI
Andreas avrebbe potuto compiere il suo gesto tante altre volte. «Era felice di pilotare, era molto efficiente ai comandi, per questo l'ho lasciato a volte solo nel cockpit per andare in bagno» ha confidato Frank Woiton, anche lui pilota a Germanwings. Lo conferma Michael F. Anche lui è stato un passeggero dell'Airbus 320 D-AIPX martedì 24 marzo. Era sul volo di andata, Düsseldorf-Barcellona, a bordo lo stesso equipaggio del volo di ritorno. «Sedevo in quinta fila e potevo vedere la parte anteriore - ha raccontato - Probabilmente la toilette vicina alla cabina di comando era rotta, visto che la luce rossa che segnala che il bagno è occupato è rimasta accesa per tutto il viaggio. Dopo circa un'ora di volo, ho visto attraverso la tenda che si è aperta la porta della cabina: il capitano ha attraversato tutto l'aereo per andare nella toilette in coda. Poi è tornato indietro e ha aperto di nuovo la porta della cabina». Michael, 45 anni, ha raccontato a Bild di un viaggio «tranquillo», di un aereo «assolutamente normale» senza nessun problema. «Provo a reprimere il pensiero ma torna sempre, ha continuato: perché non l'ha fatto durante il volo di andata?».
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