Vasto, sette capodogli arenati
a Punta Penna. Tre sono morti
quattro riprendono il largo Foto

Vasto, sette capodogli arenati a Punta Penna. Tre sono morti quattro riprendono il largo Foto
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Venerdì 12 Settembre 2014, 10:55 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 17:01

Una grande risposta di volontari e gente comune accorsa in spiaggia per aiutare a far riprendere il largo ai sette maschi capodogli di circa dieci anni, sub-adulti, che questa mattina sono stati avvistati da un surfista a pochi metri dalla riva della spiaggia di Punta Penna nella riserva di Punta Aderci di Vasto.

Da quel momento ha avuto inizio una corsa contro il tempo per salvare i capodogli da oltre dieci tonnellate ciascuno bloccati sui bassi fondali.

Alle 15.05, dopo un lungo applauso liberatorio, è stato possibile far riconquistare il mare aperto al quarto dei sette cetacei che è stato possibile salvare.

A turno, centinaia di persone impegnate nel sostenere l'impegno degli uomini della Capitaneria di Porto, del servizio veterinario della Asl provinciale di Chieti e della Protezione civile comunale. Tutti insieme per quella che appare una dichiarazione di guerra alla trivellazione cui è fatta oggetto la costa abruzzese e in particolare quella dei trabocchi in provincia di Chieti.

«Sicuramente hanno avuto degli elementi di disturbo che ha fatto perdere loro il senso di orientamento andando a finire sulla costa». Lo ha dichiarato la biologa Valeria Angelini della Fondazione Cetacea di Riccione che ha risposto assieme ad altri volontari all'appello di Vincenzo Olivieri, presidente nazionale del Centro studi cetacei onlus.

Sarà proprio la necroscopia che verrà effettuata nell'Università di Padova a dover capire se una patologia o la deviazione indotta dall'ambiente ha diretto verso sicura morte il branco di giovani capodogli che erano stato avvistato qualche giorno fa al largo dell'isola di Vis in Croazia. Per l'assessore regionale alla Protezione civile, Mario Mazzocca, si deve avere «più rispetto del nostro mare perchè altrimenti gli elementi naturali si ribellano. Questi cetacei sono andati in pratica a morire in una delle spiagge più belle d'Abruzzo, e c'è un valore simbolico, un messaggio che ci stanno lanciando perchè si proceda a una revisione sul problema perforazioni anche attraverso il governo per impedire di fare in Adriatico un distretto minerario».

A rafforzare Mazzocca la senatrice aquilana Pezzopane «Chiedo al ministro dell'Ambiente Galletti un supplemento di riflessione sulle politiche di trivellazione in Adriatico». Durissimi Wwf «Segnale inequivocabile, stop trivelle», M5S che parla colpe di «air gun in Adriatico», con il Wwf che conferma come «l'air-gun è una pratica che per l'intensità di suono prodotto nel sottofondo marino diviene micidiale per i cetacei, come dimostra una ampia letteratura a riguardo», e tutti i sindaci della Costa Teatina che chiedono il «fermo di tutte le perforazione petrolifere»: a questi si aggiunge l'Enpa che chiede «un coordinamento nazionale operativo».

Infine il presiedente della regione Luciano D'Alfonso a Vasto ha detto che »il mare Adriatico è preso di mira dalle speculazioni, dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi affinchè la nostra regione sia luogo privilegiato di accoglienza e non di morte per gli animali che vi abitano e transitano».

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