Geologa aquilana morta in Bolivia
attesa per il rientro della salma

Rinalda Di Stefano
di Stefano Dascoli
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Martedì 2 Settembre 2014, 12:14 - Ultimo aggiornamento: 12:15
L'AQUILA - Probabilmente ci vorranno ancora cinque o sei giorni prima che la salma di Rinalda Di Stefano possa tornare in Italia, non si sa ancora se a Roma, dove viveva con il compagno, o a Cagnano Amiterno, dove era cresciuta.



Ieri è trascorsa nell’angoscia la seconda giornata di attesa per familiari, amici e conoscenti. Ancora nessuna notizia ufficiale dalla Bolivia, nessuna telefonata, nessuna comunicazione che sancisca l’avvenuto decesso. I pochi particolari trasmessi alla famiglia arrivano dalle agenzie turistiche. La donna, una stimata geologa di 50 anni, era in vacanza con il compagno, Franco Cembran, morto anche lui a causa di un grave incidente stradale. Un bus, carico di turisti, è uscito fuori strada in prossimità di una curva, forse per l’alta velocità, l’asfalto reso viscido dalla pioggia, o un colpo di sonno del conducente, anch’egli deceduto.



In questi giorni tutto il paese di Cagnano si è stretto attorno alla signora Onorina, la mamma della sfortunata Rinalda. Ieri anche il sindaco, Donato Circi, ha fatto visita all’anziana, per tentare di portare un minimo di conforto in un momento di estremo dolore. «È distrutta ovviamente - ha detto Circi - mi ha detto “adesso non c’è più mia figlia che mi telefonava tutte le sere”». «Di Rinalda - ha aggiunto Circi - ho un ricordo bellissimo, era una brava ragazza, in gamba. Appena aveva tempo tornava qui, in particolare nella frazione di San Giovanni, dove vive la madre. Il padre, Nunzio, è morto nei mesi scorsi. Qui ha due sorelle, entrambe infermiere all’Aquila». «Per noi è una tragedia immane - prosegue Circi - sentirò la Farnesina ma la mia intenzione è di dichiarare il lutto cittadino. Penso che Rinalda verrà tumulata a San Giovanni».



La geologa, dipendente dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), collaborava con professionisti aquilani per la ricostruzione post-sisma, in particolare per quanto riguarda la nuova microzonazione del territorio regionale. Aveva lavorato anche con lo stesso Comune di Cagnano.



Sono ancora tanti, troppi, i punti oscuri di questa vicenda. Intanto l’assenza di notizie ufficiali rende snervante e molto dolorosa l’attesa. A quanto è stato possibile ricostruire, il gruppo di turisti, a bordo del bus «Trans Turismo Omar», stava rientrando a La Paz dal Salar de Uyuni, sulle Ande, una distesa sterminata a circa 800 chilometri a sudovest della capitale, il più grande deserto di sale del mondo. Una zona stupenda a livello naturalistico, ma spesso impervia e con una viabilità non adeguata. Si dovrà cercare di ricostruire l’esatta dinamica della tragedia: dalla Bolivia è arrivata solo qualche immagine video che lascia intravedere le operazioni di soccorso. Niente più. Pioggia, alta velocità, colpo di sonno: queste le cause al vaglio.



Intanto, però, Cagnano aspetta di poter riabbracciare una delle sue figlie, una ragazza brava e preparata che aveva scelto Roma per lavorare, senza dimenticare le sue origini.
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