L'Aquila, mazzette per i lavori
l'amministratrice si difende

L'Aquila, mazzette per i lavori l'amministratrice si difende
di Marcello Ianni
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Sabato 13 Settembre 2014, 12:00
L'AQUILA - Non ho mai percepito un euro in pi rispetto a quelli che mi competevano secondo quanto previsto dalle ordinanze; l’importo di 2 mila euro di cui si parla nella ordinanza di sequestro stato conseguenza di una serie di acconti che la impresa mi ha dato affinch provvedessi per conto della medesima - che anticipava le somme ai condomini i quali le hanno tutti restituite - a eseguire i pagamenti per le variazioni catastali e altre incombenze di cantiere conseguenti alla ricostruzione dell’edificio con la realizzazione di balconi che prima non c’erano.



A parlare al Messaggero è Claudia Colacchi, 51 anni dell’Aquila (assistita da Isidoro Isidori), amministratrice del condominio Il Girasole di Coppito, accusata di corruzione, in qualità di pubblico servizio, secondo Guardia di Finanza e Procura, per aver chiesto mazzette per assegnare i lavori. «Le mie richieste – ha detto - erano dirette all’impresa, la quale aveva fiducia cieca in me proprio per la mia serietà, affinché comunicasse l’importo dello stato avanzamento lavori che avrebbe dichiarato al direttore, al fine di parametrare il 2% cui ho diritto come amministratore. Tra l’altro a fronte di 30 mila euro circa che mi spettano, ne ho percepiti ad oggi 21 mila non avendo richiesto altre anticipazioni dopo i primi tre Sal. Perché questi dati oggettivi non sono stati riscontrati da chi ha eseguito le indagini? È falso, come da documentazione che produrrò, che io abbia scelto l’impresa; si vedano i verbali del luglio 2010 e del 5 agosto 2010, dove si noterà che i condomini hanno presentato cinque imprese e hanno poi scelto loro; cioè ben prima della legge Barca è stato suggerito anche dalla sottoscritta di confrontare le imprese. Ho sempre richiesto - afferma l’amministratrice - anche informalmente al sindaco di vigilare sulla ricostruzione privata, proprio per evitare che privati amministratori senza scrupoli potessero approfittare; ho speso una battaglia continua dal 6 aprile 2009 contro la corruzione e a tutela dell’Aquila affinché i soldi pubblici venissero gestiti in maniera trasparente e proprio io, paradossalmente, mi trovo indagata per un fatto qualificato di corruzione che non è mai avvenuto». Infine l'avvocato Isidori deliberatamente ha scelto di non entrare nella qualificazione giuridica prospettata dall'accusa ritenendo la sua assistita totalmente estranea. Secondo Pierpaolo Pietrucci, del Pd, solo ora comincia a risolversi «l’equivoco di determinazione degli ambiti tra pubblico e privato, in piedi fin dal 2009».

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