Roma, le colleghe della maestra uccisa dal marito: «Carmela aveva paura di lui»

Roma, le colleghe della maestra uccisa dal marito: «Carmela aveva paura di lui»
di Eugenia Belvedere
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Giovedì 1 Ottobre 2015, 05:58 - Ultimo aggiornamento: 10:22
«Quando ho sentito che una maestra era stata uccisa dal marito, ho subito pensato: è Melina». Davanti alla scuola “Rossini” di Albano, Francesca, una delle colleghe di Carmela Mautone, è sotto choc. Pochi giorni fa la donna uccisa ieri dal marito carabiniere le aveva confidato che Luigi iniziava a farle paura ma, di denunciarlo, neanche a parlarne: «È un militare - diceva - Lui porta la divisa. Chi mi crederebbe?».



Aveva deciso di rifarsi una vita Carmela Mautone. Supplente per la Scuola dell'Infanzia, aveva scelto di riprendere gli studi e così conseguire la laurea tanto desiderata. Voleva, sperava di trovare un lavoro migliore ed essere finalmente libera. Ma ieri pomeriggio ad attenderla all'uscita dal lavoro c'era lui, il padre dei due figli, che con la pistola di ordinanza, ha messo fine a ogni sogno.

Melina, così come la chiamavano le amiche, aveva deciso di separarsi dal marito due anni fa. Niente di legale, forse una prova per vedere se la tensione, avvertita anche dai figli, sarebbe passata.



Ma lui, appuntato dei carabinieri della stazione Ville Pontefice di Castel Gandolfo, non era d'accordo. Già nel 2008 aveva chiesto e ottenuto un trasferimento in un ruolo meno attivo, per avere più tempo da passare in famiglia. Un sacrificio che non aveva portato il risultato sperato. Le discussioni aumentavano, alla fine la separazione. Di recente Luigi aveva chiesto a Melina di fare un altro tentativo. «Ho accettato per i figli», aveva confidato la maestra a una collega. Ma poi erano stati proprio loro a dire alla madre che non si poteva andare avanti.





«PER I FIGLI»

«Melina - dice un'altra maestra - aveva pensato di tornare dai genitori in provincia di Napoli, ma sempre per i figli aveva deciso di restare. I due, una femmina e un maschio, non volevano lasciare i compagni di scuola e gli amici di una vita. Così lei aveva ripreso gli studi, la prossima settimana aveva due esami importanti, e accettava ogni supplenza che le proponevano». Il marito, conosciuto dai colleghi come una persona mite e gentile, sentiva la pressione di doverle passare ogni mese i soldi per il mantenimento dei ragazzi.



Con lo stipendio di mille e cinquecento euro al mese mantenere due case era impensabile. Ad aumentare lo stress dell'uomo la possibilità che Melina si rifacesse una vita, era una bella donna di 47 anni, piena di vita che amava insegnare. Il dubbio che potesse conoscere un altro lo tormentava.





IL VIGILE STRAVOLTO

Supplente da soli tre giorni, Melina ieri è uscita da scuola alle quattro e dieci. Testimoni dell'accaduto i bambini e i genitori. Molti hanno pensato che qualche ragazzino avesse sparato dei mortaretti, ma una collaboratrice della scuola ha subito capito che si trattava di spari: «Da dove stavo non vedevo nulla ma ho visto la faccia del vigile di servizio fuori dalla scuola. Era stravolto. Per questo ho fatto rientrare i bambini che erano ancora vicino al portone e ho chiuso tutte le porte». Mentre il corpo di Melina è ancora a terra una signora si avvicina e riprende la scena: «Mia figlia con il marito e il figlio sono andati fuori per una gita. Altrimenti sarebbero stati qui. Gli mando una foto: non credono che sia potuta accadere una cosa simile alla loro scuola».