Come procede la preparazione?
«Dopo Wimbledon mi sono solo allenata per la lunga trasferta negli Stati Uniti, dove ho sempre fatto bene sul cemento. Partirò il 6 agosto e giocherò a Toronto. Poi Cincinnati, New Haven e gli US Open».
Lo Slam americano è il suo torneo: 4 volte nei quarti e una semifinale.
«Adoro New York. Gli US Open mi hanno spesso portato fortuna, speriamo che sia così pure quest'anno».
Metà della stagione è in archivio. Bilancio?
«I primi 6, 7 mesi sono stati altalenanti. Quarti a Dubai, a Indian Wells dove nel 2014 avevo vinto, ottavi a Miami e Parigi. Mi brucia l'eliminazione al primo turno a Roma contro la Svitolina, una delle emergenti del circuito».
A proposito di giovani: su chi punterebbe?
«La Muguruza, finalista a Wimbledon, e la Bencic hanno un futuro assicurato. Lo stesso vale per la Giorgi, che se è in giornata può battere chiunque. Camila può entrare tra le top ten».
Tuttavia a dominare è sempre Serena Williams, che va per i 34. Mai nella storia del tennis femminile la n.1 ha avuto più del doppio dei punti della seconda.
«È una vincente, una numero 1 in tutti i sensi. E' troppo più forte fisicamente. Quando va in tensione ti può regalare qualcosa, il punto è che ce la devi portare e non è semplice».
L'americana, vincendo gli US Open, centrerebbe il Grande Slam.
«New York è casa sua e ha trionfato nelle ultime tre edizioni. L'avversaria più pericolosa potrebbe essere proprio la tensione. L'ultima a vincere tutti e 4 i major nella stessa stagione è stata Steffi Graf nel 1988. La pressione sarà enorme».
Lei è quasi coetanea di Serena. Ha deciso fin quando giocherà?
«Vado avanti giorno per giorno. Ho 33 anni, sto bene, ma ci sarà un momento in cui dovrò fermarmi, non so quando. Da piccola sognavo di fare la ballerina di danza classica, ma ora non mi vedo lontana dal tennis che è la mia vita. Mi piacerebbe dare un contributo con la mia esperienza».