Atalanta, la Dea è nell’Olimpo: «Viviamo un sogno»

Entusiasmo alle stelle per l’Atalanta dopo aver centrato la finale di Europa League

Atalanta's players celebrate the victory at the end of the UEFA Europa League semi final second leg soccer match between Atalanta BC and Olympique Marseille at the Bergamo Stadium in Bergamo, Italy, 9 May 2024. ANSA/MICHELE MARAVIGLIA
di Salvatore Riggio
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Sabato 11 Maggio 2024, 07:28

BERGAMO La Dea entra nell’Olimpo dell’Europa dalla porta principale. Il capolavoro targato Gian Piero Gasperini dà nuovamente lustro alla nostra Serie A in ogni angolo del Vecchio Continente. Il Marsiglia è stato annientato, senza appello, dalla strategia tattica adottata dall’Atalanta, che ha colpito con il 3-4-3 inserendo tre attaccanti puri (De Ketelaere, Scamacca, Lookman) che hanno scombussolato i piani dei francesi, sbarcati a Bergamo con l’obiettivo di conquistare un posto nella finale di Dublino. Invece, nella capitale irlandese il 22 maggio ci sarà la Dea, sette giorni dopo aver giocato un’altra finale, quella di Coppa Italia contro la Juventus all’Olimpico. I tifosi atalantini hanno voglia di festeggiare qualcosa di importante. Sarebbe un punto di arrivo di un percorso straordinario della famiglia Percassi e della nuova proprietà, la cordata statunitense con a capo Stephen Pagliuca. L’Atalanta è riuscita nella grande impresa di farsi spazio tra le big del nostro campionato. Ha conquistato un posto stabile in Europa e ha iniziato a fare paura ai top club. Chiedere al Liverpool di Jurgen Klopp, naufragato nei quarti sotto i colpi di Scamacca, bomber ritrovato anche per la felicità di Luciano Spalletti, che punterà su di lui per Europei della prossima estate in Germania. E adesso si ritroverà davanti l’ultimo grande ostacolo: il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. Sono campioni di Germania, hanno 49 partite da imbattibilità e tre giorni dopo Dublino scenderà in campo nell’ultimo atto della Coppa di Germania contro il Kaiserslautern, club di Zweite Bundesliga, l’equivalente della nostra serie B.

I FESTEGGIAMENTI

In attesa che arrivi il 22 maggio, i tifosi della Dea hanno festeggiato tutta la notte a Bergamo per lo storico traguardo, che ha “cancellato” il record precedente, la semifinale di Coppa delle Coppe raggiunta – e in Italia giocavano in serie B – nel 1988 contro il Malines. Una città in festa. I sostenitori della Dea si sono fatti giustamente (e ineluttabilmente) travolgere dall’entusiasmo.

I festeggiamenti erano iniziati già al Gewiss Stadium pochi minuti prima del recupero, sul 2-0. «Ce ne andiamo a Dublino», cantavano dagli spalti. Poi i fuochi di artificio, che hanno distratto i 14mila presenti in tribuna, tanto da perdersi il tris firmato al 95’ da Touré. Al triplice fischio finale i tifosi – anche se la Curva Nord è rimasta quasi gremita fino a 20 minuti dopo il fischio finale – sono scesi in strada facendo caroselli con le auto e strombazzando con il clacson. Una bellissima festa. Una gioia immensa in tutta la provincia, con Bergamo teatro principale di questo tripudio. Cori e brindisi che sono proseguiti fino a tarda notte in tutta la città. La storia è stata fatta, ora la Dea vuole entrare nella leggenda. Consapevole di avere tutte le carte in regola per farlo.

LA GRANDE PAURA

La festa vera sarà eventualmente quella di Dublino, anche se ci sono state delle dichiarazioni che hanno fatto preoccupare i sostenitori dell’Atalanta. Sono state quelle di Antonio Percassi, il presidente del club: «È un sogno che si è realizzato, stiamo crescendo. Ora ci prepariamo al futuro che diventa davvero interessante. Uno scenario che non mi sarei mai immaginato, non siamo abituati a questo, ma ora ce lo godiamo. Gasperini è stato determinante perché in questi anni siamo andati in crescita. Certo, lui a volte è un po’ particolare se le cose non vanno per il verso giusto. Se abbiamo paura che qualcuno ce lo porti via? Se Gasperini vorrà andare via, ne parleremo, ma con dispiacere. Noi non modificheremo il contratto. Abbiamo ancora un anno di contratto, è impossibile che qualcuno venga a prendercelo. Siamo cresciuti con lui, anno dopo anno. È stato determinante», ha detto. Al momento, sembra non esserci il rischio di un clamoroso addio. Gasperini è concentrato sulle due finali. La voglia di mettere la sua firma su questa stagione memorabile è immensa.

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