L'ex carcere di Santa Scolastica cambia pelle: sarà sede dell'Ispettorato del lavoro e nel cortile interno parcheggi anche per i residenti della zona

L'ex carcere di Santa Scolastica
di Giacomo Cavoli
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Domenica 19 Maggio 2024, 00:10

RIETI - L’ex carcere circondariale di Santa Scolastica, in via Terenzio Varrone, diventerà la futura sede dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Rieti. A portare avanti il progetto di riqualificazione – al costo di sei milioni di euro - è il Demanio, nell’ambito della razionalizzazione avviata a livello nazionale per abbattere i costi di affitto degli uffici governativi e incrementare il recupero di spazi non più utilizzati, destinandoli a nuove funzioni. L’ex carcere di via Varrone – nato come monasteropoi trasformato in penitenziario già a partire dai primi anni dell’Ottocento - era inutilizzato dal 2009, quando entrò in funzione l’attuale casa circondariale di via Maestri del Lavoro, a Vazia. Dall’altra parte, invece, gli uffici dell’Ispettorato sono attualmente dislocati presso la Torre A del centro commerciale “Perseo” a via Fundania, per l’occupazione dei quali viene corrisposto un canone annuo d’affitto di 136 mila euro. 

Il progetto. Il recupero dell’ex carcere porterà anche al ripristino del piazzale interno della struttura, all’interno del quale riservare una quindicina di posti auto a favore dei dipendenti statali. E così ora il Comune di Rieti avanza l’ipotesi di chiedere di poterli adibire a stalli per gli automobilisti, al termine degli orari di lavoro dell’Ispettorato. Un’idea che consentirebbe di recuperare qualche posto auto in più, a fronte degli oltre 90 parcheggi che via Varrone è destinata a perdere nei prossimi mesi. 

Convocata la commissione Urbanistica dal presidente Maurizio Ramacogi, il progetto è stato presentato dall’assessore Giovanni Rositani. Obiettivo, approvare in consiglio comunale l’atto di indirizzo finalizzato al rilascio del permesso a costruire in deroga, documento che il Comune dovrà poi trasmettere alla Conferenza dei servizi regionale, aperta nel gennaio scorso per raccogliere autorizzazioni e pareri senza i quali il recupero dell’ex carcere non potrà essere avviato.

L’azione sarà di miglioramento sismico, restauro (insieme alla ricostruzione di parti crollate a causa di precedenti terremoti) e risanamento conservativo (a favore dei quali è già arrivato, con prescrizioni, il via libera della Soprintendenza), oltre a prevedere la realizzazione di una scala di servizio, di un ascensore e l’ampliamento di alcuni locali.

All’interno dell’ex carcere troveranno spazio 52 dipendenti dell’Ispettorato, occupando circa 1.500 metri quadri distribuiti fra il piano terra e il terzo (che sarà demolito e ricostruito), dove verranno creati 22 uffici, di cui 13 da due postazioni e i restanti 9 da tre postazioni, al terzo piano un ufficio riservato al direttore, al piano terra un front office e una sala da 30 posti per vertenze e riunioni collettive e due sale conciliative (piano terra e terzo), oltre a servizi e un luogo di ristoro. I restanti spazi saranno destinati ad un’altra amministrazione, la quale resta però al momento ancora da individuare. 

La storia. Il carcere di Santa Scolastica vide il passaggio anche di terroristi appartenenti sia a formazioni di destra che sinistra, per i cui interrogatori giunsero a Rieti magistrati del calibro di Amato, Sica, Imposimato e Vigna, titolari di molte indagini su terrorismo, mafia e criminalità organizzata. Negli anni ’80 si registrò la presenza, in blocco, di alcuni grandi pentiti di camorra (il cui spostamento era stato deciso dai magistrati di Napoli per motivi di sicurezza), oltre a quella del collaboratore di giustizia Antonino Calderone, che richiamò a Rieti tutti i magistrati di Palermo impegnati nella lotta alla mafia, fra i quali il giudice istruttore Paolo Borsellino e il pool antimafia, dal procuratore della repubblica Curti Giardina ai sostituti De Francisci, Sciacchitano e Natoli. Loro, al termine della giornata, tornavano in albergo: Giovanni Falcone, invece, sorprese tutti perché scelse di dormire all’interno del carcere.

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