L'amministrazione Usa aveva avvisato Mosca che il Crocus City Hall era un potenziale obiettivo di un attacco terroristico più di due settimane prima della strage rivendicata poi dall'Isis. Lo riferisce il Washington Post citando dirigenti americani protetti dall'anonimato e a conoscenza della questione.
L'alto grado di specificità indicato nell'avvertimento sottolinea la fiducia di Washington nelle informazioni in suo possesso e contraddice direttamente le affermazioni di Mosca secondo cui i moniti statunitensi erano troppo generici per aiutare a prevenire l'assalto.
Putin: «Puniremo i mandanti»
La Russia scoverà e punirà gli sponsor che stanno dietro all'attacco terroristico.
Kiev, al contrario, segnala la volontà di rafforzare i ranghi delle sue truppe, alle prese con una carenza di uomini oltre che di munizioni. Il presidente Volodymyr Zelensky ha firmato la legge che abbassa l'età per il reclutamento nell'ambito della mobilitazione nazionale: d'ora in avanti potrà avvenire a partire dai 25 anni e non più da 27. In una riunione dei dirigenti del ministero dell'Interno Putin si è detto convinto che chi ha pianificato l'attacco di Mosca voleva seminare «la discordia» in un Paese multietnico e multireligioso come la Russia. Ma le autorità, ha avvertito, non permetteranno che l'attentato, di cui quattro tagiki musulmani sono accusati di essere gli autori materiali, sia usato per «per provocare odio, xenofobia e islamofobia». In Russia i musulmani sono il 10% della popolazione totale e vi è una massiccia immigrazione di lavoratori dalle ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale, in particolare Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan.
L'intelligence
Il servizio d'intelligence interna, Fsb, ha detto intanto di avere scoperto esplosivo proveniente dall'Ucraina nascosto in icone ortodosse e oggetti per funzioni religiose. Il carico, ha aggiunto, è stato sequestrato nella regione nord-occidentale russa di Pskov dopo avere attraversato in un camion diversi Paesi della Ue: Romania, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Lituania e Lettonia. Ma per la Russia rimane anche il pericolo degli attacchi dei droni ucraini, ormai capaci di colpire raffinerie e impianti industriali a oltre mille chilometri di distanza, come ha annunciato il ministro della Trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov, in un'intervista al quotidiano tedesco Welt. La prova è arrivata durante la notte, quando velivoli senza pilota hanno raggiunto la repubblica del Tatarstan. Un rappresentante dei servizi d'emergenza citato dall'agenzia Ria Novosti ha detto che un incendio si è sviluppato ini una raffineria di petrolio a Nizhnekamsk.
Ma fonti industriali locali hanno riferito che l'attacco ha preso di mira soprattutto la zona economica speciale di Alabuga, una decine di chilometri dalla città di Yelabuga. E una fonte del dipartimento della difesa ucraino ha detto all'agenzia Afp che l'obiettivo era uno stabilimento per l'assemblaggio di droni. Il ministero della Salute del Tatarstan ha affermato che è stato colpito il dormitorio del politecnico di Yelabuga, dove sono rimasti feriti 13 studenti. Secondo il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, la ragione dell'incremento negli attacchi ucraini sul territorio russo si spiega con i tentativi di Kiev di «convincere i suoi sponsor occidentali della sua capacità di combattere l'esercito russo nonostante l'assenza di risultati in prima linea». Nei primi tre mesi dell'anno, ha sottolineato Shoigu, le forze russe hanno conquistato oltre 400 chilometri quadrati di territorio ed eliminato 80.000 soldati ucraini.