Ruben Razzante
Ruben Razzante

La difesa dell’informazione, presidio di democrazia

di Ruben Razzante
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Mercoledì 24 Aprile 2024, 00:42

Con l’approssimarsi delle elezioni europee cresce la preoccupazione per la diffusione delle fake news, un fenomeno che può contaminare l’esercizio del diritto di voto, alterando gli equilibri democratici. Siamo immersi in uno spazio virtuale altamente tossico che ospita contenuti spesso non vagliati e non verificati, che finiscono per generare disinformazione e per orientare in maniera distorta l’opinione pubblica.

Le fake news hanno il potere di influenzare il voto degli elettori, ma anche di aumentare il rischio di astensionismo, incidendo negativamente sull'interesse dei cittadini verso le urne e sulla loro fiducia nelle istituzioni. Tra gli effetti più devastanti della disinformazione ci sono infatti anche la polarizzazione e il conflitto sociale, che fanno passare in secondo piano gli ideali europeisti e indeboliscono il senso civico di appartenenza alla comunità nazionale prima e alla costruzione europea poi.

Ad un panorama già di per sé complesso e problematico si aggiunge l’Intelligenza Artificiale (AI), con la sua capacità di generare contenuti falsi che possono essere facilmente manipolati e diffusi su larga scala attraverso i social media e altre piattaforme online. Algoritmi avanzati possono essere utilizzati per creare messaggi persuasivi che mirano a ingannare gli elettori, distorcendo la percezione della realtà e influenzando l’esito delle elezioni e i processi decisionali.

La Commissione AI per l’informazione, istituita lo scorso ottobre dal sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini e presieduta da Padre Paolo Benanti, ha messo in guardia dai rischi dell'AI in termini di svalutazione dell'informazione di qualità e, nel rapporto finale che ha elaborato a conclusione dei suoi lavori, ha indicato alcune strade per proteggere le notizie attendibili, validate dalle verifiche giornalistiche e in grado di garantire il pieno diritto dei cittadini ad essere informati correttamente. Sono in tutto sette gli ambiti strategici per governare la 'metamorfosi' in corso nel mondo dell'informazione. Fra questi ci sono anche "l'introduzione dell'obbligo per gli sviluppatori dei sistemi di AI, e per i diversi soggetti della catena del valore, di tenere un registro aggiornato con i contenuti informativi coperti dal diritto d'autore utilizzati per l'input e dunque per il training dell'algoritmo" e "la promozione della tracciabilità mediante la marcatura temporale dei contenuti editoriali con tre obiettivi: presidiare l'autenticità e la provenienza dei contenuti da fonti editoriali; garantire la paternità delle opere e la titolarità dei diritti; consentire l'attribuzione della responsabilità dei contenuti per contrastare la disinformazione".

Ora è tempo di tradurre le solenni dichiarazioni in azioni coerenti e di sostenere concretamente l'informazione di qualità, difendendola dalle minacce che l'Intelligenza Artificiale (AI) può amplificare.

In primo luogo, è fondamentale promuovere un dibattito parlamentare sul concetto di "informazione" come bene pubblico, al riparo da strumentalizzazioni e commistioni con il potere.

Dovrebbe essere un vero e proprio momento “fondativo” di una nuova stagione riformatrice che metta al centro la professionalità dei giornalisti, il rischio d’impresa degli editori e gli obblighi delle grandi multinazionali della Rete. Tale discussione dovrebbe alimentarsi al soffio di un costruttivo confronto tra la maggioranza e le opposizioni al fine di individuare soluzioni efficaci e condivise, capaci di avere un respiro ampio e di proiettarsi al di là degli equilibri politici attuali.

Questo dibattito dovrebbe mirare non solo a identificare le minacce attuali all'informazione professionale, ma anche a elaborare misure concrete per tutelare le imprese editoriali che sostengono i costi di produzione delle notizie verificate e certificate.

In secondo luogo, è cruciale introdurre precise garanzie per l’informazione di qualità all'interno del disegno di legge sull'Intelligenza Artificiale che il Governo si accinge a presentare. Anche su questo fronte il confronto parlamentare può essere un'opportunità per migliorare il testo di legge, includendo tutele economiche per chi produce informazione professionale. Queste tutele dovrebbero essere progettate per contrastare le pratiche che danneggiano l'industria dell'informazione e per garantire un ambiente equo e sostenibile per i fornitori di notizie verificate.

Solo attraverso un gioco di squadra tra tutte le componenti dell’ecosistema digitale sarà possibile contrastare efficacemente le fake news, valorizzare le diverse professionalità e fare in modo che l’informazione attendibile e di qualità venga universalmente percepita come una componente essenziale della vita democratica.

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