PERUGIA – Un allarme che continua a suonare. Nel senso fisico di dispositivi anti intrusione che segnalano la presenza di estranei in casa, e in quello psicologico di un senso di insicurezza che resta tangibile. Perché un furto, come quelli accaduti a San Sisto nel fine settimana appena concluso, è un atto criminale che riguarda non solo chi l’ha subito, ma coinvolge inevitabilmente familiari e vicini di casa.
Soprattutto questi, che in un quartiere come San Sisto significa per lo più famiglie che condividono spazi e preoccupazioni. Perché un raid in una o due abitazioni all’interno di un condominio significa quasi per tutti non dormire sonni tranquilli.
Al punto che qualcuno inizia a pensare alla possibilità di svolgere controlli in forma privata per poter tenere la situazione maggiormente sotto controllo e dunque non solo rappresentare una potenziale forma di dissuazione nei confronti dei ladri ma anche poter avvertire le forze dell’ordine di presenze sospette in modo sicuramente più tempestivo.
ULTIMI FURTI
La cronaca anzitutto. Almeno un paio sarebbero i furti, fra commessi e tentati, avvenuti a San Sisto nel fine settimana appena concluso. Quello andato a segno ha riguardato un’abitazione nella zona di via Pergolesi, con i ladri entrati in azione anche in un orario in cui non si poteva escludere a priori la presenza dei proprietari di casa. Per l’esattezza, i ladri sono entrati in azione intorno alle nove e mezzo di venerdì sera. Sul furto, secondo quanto si apprende, stanno indagando i carabinieri.
Al di là del furto, della quantificazione di quanto hanno portato via, di oggetti che magari (come spesso accade) possono avere un valore commerciale non commisurabile a quello affettivo, quello che emerge è che il fatto rappresenti un elemento in più a favore della convinzione da parte di diversi residenti del quartiere di impegnarsi in prima persona in controlli lungo le strade del quartiere stesso.
Forme insomma autonome di controllo del territorio che possano rappresentare, come detto, una forma di deterrenza ma anche per far sì che se ci fosse da richiedere l’intervento immediato delle forze dell’ordine la cosa potrebbe avvenire in modo più tempestivo.
Forme di controllo che, qualora venissero effettivamente intraprese, non dovranno inevitabilmente sfociare in modalità consentite unicamente alle forze dell’ordine.
Tra qualcuno nel quartiere si starebbe anche facendo largo l’ipotesi di un bassista, che magari conosce la zona meglio dei balordi che poi effettivamente entrano in azione, che dunque potrebbe gravitare proprio nel quartiere per indicare in modo dettagliato i punti dove andare a colpire.
Di certo c’è che sono mesi che il quartiere subisce periodicamente assalti da parte di ladri.