Teatro di magia nella Capitale con una boy band di illusionisti

Dal 2 al 5 maggio in scena al Teatro Olimpico lo show “Incanti”: pezzi virtuosistici all’interno di un copione ricco di citazioni da Goethe a Shakespeare e Pirandello

Incanti, al Teatro Olimpico di Roma dal 2 al 5 maggio
di Katia Ippaso
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Martedì 30 Aprile 2024, 07:53

Esili, vestiti rigorosamente di nero, visi levigati, un eloquio raffinato da anni di studio maniacale. Avanzano insieme con la forza gentile della giovinezza. Potrebbero tranquillamente essere scambiati per i componenti di un complesso cameristico che esegue solo musica rinascimentale. Invece sono sei giovanissimi illusionisti. Si chiamano Andrea Rizzolini, Dario Adiletta, Francesco Della Bona, Niccolò Fontana, Filiberto Selvi e Piero Venesia. Sanno come far sparire le cose e indovinano una combinazione assurda di numeri che pensavi fluttuasse solo nella tua testa.

LA LAUREA

Dal 2 al 5 maggio potremo vederli all’opera al Teatro Olimpico, con Incanti, uno spettacolo che ha poco a che fare con l’immagine tradizionale della magia. «Non abbiamo la pretesa di esibire i nostri poteri magici, ci interessa dire qualcosa attraverso le nostre performance», spiega Andrea Rizzolini, campione italiano di mentalismo, una laurea in filosofia. «Ciascuno di noi ha una formazione specifica: chi viene dalla musica, chi dalla magia vera e propria, chi dal cinema: quello che ci unisce è il tentativo di raccontare delle storie. Insieme agli spettatori, vogliamo interrogarci sulla natura stessa dell’incanto: cosa ci stupisce e perché».

Autore e regista di Incanti, Rizzolini ha composto una partitura che non si limita a giustapporre i numeri in sequenza, ma che, al contrario, innesta i pezzi virtuosistici all’interno di un copione ricco di citazioni colte: La Tempesta di Shakespeare, Faust di Goethe, Il piacere dell’onestà di Pirandello e Zoo di vetro di Tennessee Williams sono i testi attorno ai quali il giovane mentalista ha lavorato, tenendo teso il filo del discorso: «Quale è il rapporto tra sogno e realtà? È la domanda più importante. Credo che un illusionista, come qualsiasi altro artista, sia qualcuno a cui domandare della nostra umanità, qualcuno a cui guardare in cerca di speranza».

I sei illusionisti (tutti under 30) si sono conosciuti partecipando ai vari concorsi internazionali di magia. «Mentre in Italia ancora resiste l’immagine del mago col cilindro che a un certo punto dello show taglia una donna in due, in altre parti del mondo il linguaggio magico è molto evoluto.

Le migliori scuole di magia si trovano in Corea del Sud e in Svezia. In Francia, dove io mi sono formato, così come si è affermato il Nouveau Cirque, si è affermata anche una Magie Nouvelle che fa dialogare le arti magiche con il teatro» continua Andrea Rizzolini, che è nato a Milano 23 anni fa. Dario Adiletta, napoletano, 29 anni, in scena si lancia in una performance molto spettacolare che trova nell’acqua il proprio elemento: «Il numero dello sciamano nasce dalla mia più grande paura» racconta l’artista. «Un giorno rischiai di annegare. Per tanti anni, ho allontanato quelle immagini che mi destavano solo terrore. Poi ho deciso di affrontare con l’illusionismo proprio quella scena che mi immobilizzava. In questo modo ho trasformato la paura in dominio».

LA PARTITURA

La boy band si presenta, dunque, come un complesso di strumenti tutti diversi attraverso i quali creare scene emozionali che sappiano anche produrre senso. In Incanti, tutto è drammaturgia: attraverso la scomposizione e ricomposizione di dialoghi e monologhi teatrali alternati a momenti di alta spettacolarità, l’intera partitura diventa un testo da interpretare: «Il nostro è un linguaggio contemporaneo e trasversale» conclude Andrea Rizzolini. «Un linguaggio fluido ma anche complesso, fatto di sfumature, illusioni, apparenze indistinguibili dalla realtà».

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