Arriverà tra dodici giorni, il 30 aprile, la sentenza del processo legato all'indagine sulla operazione di compravendita, che risale al 2008, di un appartamento a Montecarlo, lasciato in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale. Al termine di una udienza durata oltre sette ore e durante la quale hanno preso la parola gli ultimi difensori, i giudici della quarta sezione collegiale del Tribunale di Roma hanno deciso di aggiornare il procedimento e fissare la data in cui entreranno in camera di consiglio. Il tribunale è chiamato a decidere sulle pesanti richieste di condanna avanzate dalla Procura capitolina: 8 anni di reclusione per l'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, 9 anni per la compagna Elisabetta Tulliani, 10 per il fratello di quest'ultima, Giancarlo Tulliani e 5 anni per il padre Sergio. Nel processo è contestato anche il reato di riciclaggio.
L'udienza
In aula era presente Fini che lasciando il tribunale, dopo il rinvio, a chi gli chiedeva delle tante ore di udienza ha risposto: «È un processo che dura da sette anni, figurarsi se l'udienza era corta.
La difesa
In merito alle accuse mosse a Fini dall'allora parlamentare Amedeo Laboccetta nel corso delle indagini, i difensori affermano che si tratta di «dichiarazioni chiaramente mendaci e frutto di un interesse dettato da motivi di livore nei confronti dell'imputato e dal desiderio di determinare (nella fase in cui le dichiarazioni sono state rese) le condizioni per una rivalutazione favorevole del proprio quadro cautelare». Inizialmente il procedimento vedeva coinvolte anche altre persone, tra cui il 're delle Slot' Francesco Corallo e lo stesso Laboccetta. Per loro la decisione dei giudici del 29 febbraio ha fatto scattare la prescrizione delle accuse.
L'accusa
Secondo l'iniziale impianto accusatorio dei pm della Dda capitolina gli appartenenti all'associazione a delinquere mettevano in atto, evadendo le tasse, il riciclaggio di centinaia di milioni di euro. Quel fiume di denaro, una volta ripulito, è stato utilizzato da Corallo per attività economiche e finanziarie ma anche, è la convinzione degli inquirenti, in operazioni immobiliari che hanno coinvolto i membri della famiglia Tulliani. Gli accertamenti della Procura hanno riguardato, quindi, anche l'appartamento di Boulevard Principesse Charlotte, finito poi nella disponibilità di Giancarlo Tulliani che attualmente vive a Dubai.