Gubbio, giovane in auto investe un capriolo e viene risarcito dei danni all'auto

Incidente nelle Marche e la Regione è stata condannata dal tribunale di Pesaro

La superstrada da Fano dove sbucano spesso gli animali selvatici
di Massimo Boccucci
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Martedì 14 Maggio 2024, 16:26

GUBBIO - Gli ha attraversato la strada all’improvviso e non è riuscito a schivarlo, così l’impatto col capriolo è costato la vita al povero animale e i danni all’auto del giovane eugubino che stava rientrando sulla quattro corsie da Fano verso la zona industriale di Bellocchi ed è finito contro il guard-rail. Ha fatto causa alla Regione Marche chiedendo e ottenendo dal tribunale di Pesaro il risarcimento dei danni alla vettura e le spese legali relativamente a quanto accadde nell’aprile 2019. L’avvocato Tiziana Zeppa Bartoletti ha fatto esplicito riferimento al fatto che gli animali selvatici attraversano spesso le vie e chi si trova alla guida dei veicoli può ritrovarseli davanti senza poter scongiurare l'impatto, subendo di conseguenza dei gravi danni.

«Il problema - spiega il legale - è la risarcibilità del danno che viene sempre messa in contestazione e rimbalzata tra i vari enti pubblici. Il tribunale pesarese ha emesso una sentenza interessante in materia di responsabilità della pubblica amministrazione per i danni causati dalla fauna selvatica, una sentenza ben motivata che segue il recente orientamento della Suprema Corte.

Riconduce alla responsabilità degli enti pubblici, articolo 2052 del Codice civile, che tuttavia presuppone da parte di chi chiede il risarcimento una serie di prove come il nesso di causalità tra il danno e la condotta dell'animale e di aver fatto tutto il possibile per evitarlo adottando ogni opportuna cautela nella guida».

Questa sentenza «può aprire la strada a una serie di azioni a tutela dell'interesse del cittadino». Le specie selvatiche protette ai sensi della legge 157 del 1992 rientrano nel patrimonio indisponibile dello Stato e sono affidate alla cura e alla gestione di soggetti pubblici in funzione della tutela generale dell'ambiente e dell'ecosistema. Con la Regione Marche si è tentata la strada della mediazione «ma la trattativa è stata respinta, quindi siamo stati costretti ad agire in giudizio», così dopo un quinquennio è arrivata la condanna. «La decisione dà indubbiamente speranza ai cittadini - dice Zeppa Bartoletti -, nella maggior parte dei casi, infatti, l'ente pubblico rifiuta a priori ogni tipo di trattativa bonaria».

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