Oncologo Lorusso patteggia 5 anni, aveva chiesto soldi ai pazienti malati: la figlia (ex consigliera) arrestata nell'inchiesta sul voto di scambio

Il medico di Bari avrebbe chiesto soldi a pazienti malati di cancro per visite, ricoveri e per velocizzare pratiche burocratiche

Oncologo Lorusso patteggia 5 anni, aveva chiesto soldi ai pazienti malati: la figlia (ex consigliera) arrestata nell'inchiesta sul voto di scambio
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Martedì 14 Maggio 2024, 15:14 - Ultimo aggiornamento: 15:21

Patteggia 5 anni di reclusione l'ex primario di oncologia medica dell'istituto tumori Giovanni Paolo II, Vito Lorusso, arrestato nel luglio 2023 con le accuse di peculato e concussione perché avrebbe chiesto soldi a pazienti malati di cancro per visite, ricoveri e per velocizzare pratiche burocratiche. Il gup del Tribunale di Bari, Paola Angela De Santis, ha ratificato il patteggiamento alla pena di 5 anni di reclusione: per questa vicenda Lorusso era ai domiciliari ma poi è tornato in libertà, per poi essere arrestato nuovamente il 26 febbraio scorso insieme alla figlia (ex consigliera comunale a Bari) nell'inchiesta sul voto di scambio.

L'arresto di Lorusso e della figlia

Lorusso è stato nuovamente posto ai domiciliari il 26 febbraio scorso nell'inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Bari che ha portato a 130 arresti, tra cui la figlia Maria Carmen Lorusso (all'epoca dei fatti consigliera comunale a Bari) e del marito della donna, l'ex consigliere regionale Giacomo Olivieri.

In quest'ultima indagine Lorusso, per favorire l'elezione della figlia, avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss “Savinuccio: in cambio dei voti alla figlia avrebbe curato un nipote del capoclan, poi deceduto.

La sentenza

Il giudice, con la sentenza emessa oggi, ha disposto per Lorusso l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e di contrattare con la Pubblica amministrazione e l'interdizione legale per tutta la durata della pena. Lo ha anche condannato a pagare le spese legali alle parti civili, tra cui la Regione Puglia, l'Istituto Oncologico e l'Ordine dei medici. Secondo l'accusa, il medico aveva creato una «situazione di sudditanza psicologica» nelle persone che assisteva, denigrando «costantemente il Servizio sanitario nazionale nonchè i suoi stessi colleghi» per spingere i malati di tumore a pagare somme non dovute pur di farsi seguire da lui e di evitare lunghe attese. «Dove si fa la coda io cerco di evitarti ovviamente tutte quelle rotture», disse, prima di essere arrestato in flagranza di reato, ad un paziente e alla sua compagna che gli avevano consegnato quattro banconote da 50 euro al termine di una visita che doveva essere a carico del Ssn.

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