Poggio Moiano, palazzina per negozi e servizi mai competata in 17 anni: restano lo scheletro e i parcheggi

Il manufatto a Poggio Moiano
di Renato Retini
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Lunedì 6 Maggio 2024, 00:10

RIETI - Doveva rappresentare un punto di ritrovo per residenti e turisti, ospitando una banca e attività commerciali, e invece quello che i visitatori oggi si trovano di fronte all’ingresso principale di Poggio Moiano è solo uno scheletro in cemento armato, che deturpa tutta l’area intorno dove sorgono abitazioni, negozi e pure la presenza della Casa del Fanciullo, storica scuola elementare del paese. Un’incompiuta costata un milione e 200 mila euro di contributi pubblici della Regione, in aggiunta ai soldi investiti da Infrastrutture Sabine, la società che nel 2007 ottenne dal Comune la concessione in project financing dei lavori di costruzione e gestione di un parcheggio interrato e di spazi ad uso commerciale, per un costo finale stimato attorno ai 2 milioni di euro.

I passaggi. L’accordo di cofinanziamento prevedeva la realizzazione di 94 parcheggi, alcuni box auto interrati e 780 metri di locali commerciali disposti su tre piani.

Al termine, il Comune sarebbe diventato proprietario di 86 parcheggi (oggi funzionanti), mentre al privato sarebbero stati assegnati i rimanenti posti auto e box per un periodo di 90 anni, con l’aggiunta di tutta l’area commerciale. Un affare per l’amministrazione, secondo la maggioranza di centro sinistra che governava Poggio Moiano nel primo decennio, una delibera contestata dall’opposizione di centro destra per lo scempio urbanistico che sarebbe stato invece causato al paese, e dai commercianti che vedevano nel futuro centro un danno per le loro attività. Lo scontro finì anche davanti al Tar dopo l’impugnazione dell’atto consiliare da parte dell’avvocato Federico Giuliani, che presentò il ricorso per conto di un privato, ma il giudizio fu poi dichiarato perento nel 2017 in conseguenza dell'avvio e della realizzazione dei lavori portati a compimento, sia pure con molti anni di ritardo, per quanto riguarda il parcheggio, l’unica opera che ha visto la luce, mentre di banche e negozi neppure l’ombra. Una storia costellata di polemiche politiche, con scontri che infiammarono la campagna elettorale che vide eletto a sindaco il candidato del centro sinistra Santino Desideri. Se non bastasse, negli anni a complicare le cose sono arrivate anche le liti tra alcuni soci di Infrastrutture Sabine, finiti in tribunale, e il contenzioso sorto tra il Comune e la società costruttrice per i ritardi nell’ultimazione dei lavori, poi chiuso con una transazione. Quello che resta è uno scempio edilizio ipotecato da un istituto di credito che ha finanziato il privato, dove tra un cassonetto dei rifiuti e contenitori vari campeggia da anni il cartello “affittasi”, ma nessuno si è fatto avanti perchè i 780 metri commerciali non sono stati mai completati e servirebbero altri soldi che nessuno ha intenzione di sborsare. E neppure la banca è più interessata, oggi apre due volte a settimana e per i clienti c’è sempre il bancomat.

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