Quindici minuti di paura vissuti da un'avvocatessa perugina e che ha creato apprensione anche nei confronti di chi ha vissuto la scena. Un dramma che giovedì sera, poco prima delle 8, si è consumato nel centro storico. L’orario dei fatti è quello che precede la chiusura di alcuni studi legali, come tanti ce ne sono nella città vecchia. Ma anche in quel lasso di tempo che precede il pasto serale e che in tanti tra i frequentatori dell’acropoli, ma anche i lavoratori, trascorrono nei vari locali. Bar, vinerie, stuzzicherie.
Quei locali e spazi presi di mira dagli appassionati dell’aperitivo dove si concedono uno spritz, un calice di vino o una birra tra una chiacchiera e l’altra. Proprio in piena acropoli, non lontano da alcuni locali della movida perugina, il silenzio del centro è stato interrotto da una richiesta d’aiuto proveniente da una delle finestre degli eleganti palazzi della città vecchia. «Aiuto». Una richiesta di soccorso, forse addirittura più di una, ben scandita e udibile a tutti i presenti, urlata con spavento. E poi c’è anche il racconto di chi ha visto volare giù da una finestra un telefonino.
Smartphone che, nonostante il volo fatto, come raccontano alcuni testimoni della scena, non si sarebbe però rotto e sarebbe stato recuperato prontamente.
Poi, tutto è tornato rapidamente nella norma. E anche di quei due commercianti che sono accorsi, preoccupati per i 15 minuti che la donna ha vissuto, sono, poi, tornati al lavoro. Non è escluso che si tratti di un cliente dello studio legale. Non è di certo la prima volta, infatti, che, proprio a causa della delicatezza delle pratiche che i legati si trovano a gestire, si possano creare tensioni e situazioni spiacevoli con il proprio cliente. In particolare quando i faldoni racchiudono questioni di sfratti, oppure legati a fallimenti o separazioni familiari.