Fiumicino, donna malata di Alzheimer morta soffocata in casa: aveva litigato con la figlia

Sequestrato l’appartamento dove sarebbe avvenuto l’omicidio

Fiumicino, donna malata di Alzheimer morta soffocata in casa: aveva litigato con la figlia
di Emanuele Rossi
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Venerdì 10 Maggio 2024, 23:44

Strangolata fino a crollare sul pavimento di casa, priva di sensi. Quando sono arrivati i sanitari del 118 hanno fatto di tutto per rianimarla, ma nonostante la disperata corsa all’Aurelia Hospital e il tentativo di salvarla, per Giovanna Paola Scatena non c’è stato nulla da fare. Tragedia a Passoscuro, frazione di Fiumicino. La vittima aveva 66 anni, è deceduta nel reparto di rianimazione dell’ospedale romano dov’era giunta con segni di soffocamento sul volto e sul collo senza mai riaprire gli occhi. Soffriva di demenza senile, come ricostruito dai carabinieri della stazione locale e della compagnia di Civitavecchia arrivati praticamente subito considerato che l’abitazione in via Bonorva, il luogo del dramma, si trova a poche centinaia di metri di distanza da via Valledoria. Quando appunto i militari sono piombati all’interno delle mura domestiche, allertati da alcuni vicini che avevano sentito una lite accesa, come anche in altre circostanze, era presente la figlia 39enne, in pieno stato confusionale.

LE INDAGINI

Su di lei sono caduti subito i sospetti degli investigatori che l’hanno interrogata e successivamente sottoposta a stato di fermo dopo averla condotta in caserma, fermo per altro confermato poi nel pomeriggio di ieri.

Successivamente, i carabinieri, hanno sentito pure gli altri familiari e gli amici più stretti. La tragedia è avvenuta giovedì nel tardo pomeriggio in una zona un po' isolata di questa località del litorale nord e vicina, oltre alla caserma dei carabinieri, anche a un istituto scolastico. L’appartamento della donna è stato sequestrato su disposizione della Procura della Repubblica di Civitavecchia mentre la salma è stata portata presso l’obitorio del Verano in attesa dell’esame autoptico che dovrà chiarire ogni aspetto di questa triste storia. Inizialmente l’indagine era stata aperta per tentato omicidio dal pm di turno, poi con la notizia drammatica arrivata dall’Aurelia Hospital il capo di imputazione sarebbe cambiato in omicidio volontario ma sono in corso ulteriori valutazioni della magistratura inquirente. I carabinieri, al momento, pensano al raptus al termine dell’ennesimo alterco tra mamma e figlia.

Una patologia degenerativa della 66enne che quasi certamente avrebbe scombussolato gli equilibri familiari, a tal punto da creare continue tensioni emotive e battibecchi fino all’epilogo dell’altro giorno con la figlia – è il quadro indiziario predominante almeno in questa fase – che avrebbe affrontato diversi problemi nell’ultimo periodo legati alla condizione di salute della mamma, fino a un crescente stato di stress psicologico. Saranno gli inquirenti a collegare tutti i pezzi del mosaico e a valutare se ci siano stati anche dei segnali premonitori, in attesa della confessione, eventuale, della figlia, a sua volta madre di due bambine.

Per tutti nel vicinato una «madre normalissima» e anche «gentile ed equilibrata». In passato ha lavorato in un supermercato nella stessa zona e non ha mai creato alcun tipo di problemi. Dai carabinieri non trapela nulla ma l’interrogatorio sarebbe durato parecchie ore. Un dramma che comunque ha sconvolto l’intera comunità. «Una famiglia conosciuta – parla un residente – e di persone davvero per bene. Non si riesce proprio capire come si possa arrivare a tutto questo, è inspiegabile». A Passoscuro ieri non si parlava d’altro. Nel market, nei bar e nella piazza centrale. Tante persone a domandarsi se davvero la donna 66enne fosse stata uccisa dal sangue del suo sangue magari per un diverbio. Una tragedia familiare che apre anche discussioni sulla gestione di una patologia molto complicata e sul come fornire assistenza adeguata alle famiglie che si ritrovano a occuparsi dei propri cari, a volte trascinandosi problemi interiori che si appesantiscono con l’avanzamento della stessa malattia.

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