Europee, per il Centro fuori Alternativa popolare Bandecchi fa ricorso

Europee, per il Centro fuori Alternativa popolare Bandecchi fa ricorso
di Vanna Ugolini
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Venerdì 3 Maggio 2024, 08:51

IL CASO

«L'8 e il 9 giugno si voterà per le Europee, Alternativa Popolare di Bandecchi ha presentato le proprie liste senza raccogliere le firme confidando nell'apparentamento con il Ppe. La Corte d'Appello di Roma ha respinto l'istanza, quella di Napoli l'ha accolta. Quindi i laziali, i toscani, gli umbri e i marchigiani, per ora, non potranno votare Alternativa popolare, mentre potranno farlo gli italiani del Sud. Ovviamente Ap ha presentato ricorso».
L'annuncio choc dell'esclusione delle liste gialloblu per le elezioni europee nel collegio del centro arriva direttamente dallo stesso sindaco di Terni, Stefano Bandecchi. Che promette subito il ricorso e, in serata, annuncia una conferenza stampa per oggi, a Roma, nell'aula magna dell'Università Cusano («che abbiamo affittato, pagando regolarmente», specifica Bandecchi). La situazione è paradossale. La corte d'Appello di Napoli, infatti, ha accolto l'istanza e nella circoscrizione del Sud si potrà votare per la lista di Ap. Nel collegio di centro, dove Bandecchi non è candidato e il capolista è l'ex magistrato Luca Palamara, invece no.
«A questo punto le corti d'Appello di Milano, Venezia e Palermo stanno aspettando la decisione sul ricorso presentato da Ap per ammettere o meno le nostre liste. I tempi sono stretti: la risposta deve essere data entro le 48 ore. Noi abbiamo presentato ricorso il primo maggio nel pomeriggio», spiega il vicesindaco di Terni Riccardo Corridore. Il nodo da sciogliere è uno solo: basta l'apparentamento "certificato" con un partito presente in Europa, in questo caso il Ppe per correre alle elezioni europee o è necessario raccogliere le firme?
«Ciò che sta avvenendo è degno dei peggiori regimi, si sta cercando, da parte della maggioranza di governo e attraverso modifiche di legge scritte malissimo, di impedire ad una fascia di elettori la propria espressione di voto. Si stanno violentemente e arrogantemente comprimendo i diritti democratici», spiega ancora Bandecchi che aggiunge: «Le leggi sulle campagne elettorali vanno fatte un anno prima, non a ridosso delle elezioni, così forse questo non sarebbe successo». E spiega perchè, secondo Ap, non sarebbe stato necessario raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni: «Il Governo, attraverso il Viminale, fa una nota precisa e dice, in sintesi, che Ap deve essere ammessa alle elezioni, perché viene "messa in opera" una sorta di tandem con il Ppe. Il messaggio è chiaro: Ap è iscritta al Partito popolare europeo, anzi ne è tra i fondatori e non è una casualità».
«Abbiamo tutta la documentazione firmata nella nostra ambasciata dove si dice che il Ppe autorizza Alternativa popolare. Quando si parla di elezioni popolari europee si guarda al gruppo europeo. Inutile girarci intorno - tuona Bandecchi - è il Partito popolare europeo che si candida in Italia attraverso Alternativa Popolare. La legge europea è chiarissima, il Ppe si presenta in Italia attraverso Ap, cioè due gruppi congiunti. Il Viminale, in extremis, il 29 aprile ha tentato di colmare questa lacuna e Ap sarà presente nel Sud Italia. Quando abbiamo presentato il ricorso facendo notare che a Napoli hanno fatto questa norma, a Roma candidamente hanno negato di conoscere questa nota del Viminale».
Intanto sono partite le carte bollate e il presidente di Alternativa popolare, Paolo Alli, «ha già chiesto incontro urgente al presidente del Consiglio Meloni e al ministro Piantedosi per affrontare con il governo questo delicatissimo e pericoloso tema». La risposta dovrà essere veloce perchè i tempi sono strettissimi.

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