Obesità, Iris Zani: sia riconosciuta come malattia cronica

In Italia i pazienti non beneficiano di forme di esenzione per le spese sanitarie che sono, invece, per altre malattie croniche

Obesità, Iris Zani: sia riconosciuta come malattia cronica
di Iris Zani*
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Giovedì 16 Maggio 2024, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:45

In Italia l’obesità non è riconosciuta come patologia cronica e i pazienti non beneficiano di forme di esenzione per le spese sanitarie che sono, invece, per altre malattie croniche.


L’iter della legge per ora è fermo. Questo è l’ostacolo principale e la priorità per i pazienti e per l’associazione “Amici Obesi”. Lo stop si deve a procedure burocratiche complicate, tuttavia non dovrebbe mancare molto all’approvazione del riconoscimento dell’obesità come patologia cronica. Probabilmente avverrà insieme ad altre due patologie, endometriosi e epilessia. Prima della pandemia sembrava tutto risolto poi, la legge ha subito un forte rallentamento. Aspettiamo da tempo.

Le prestazioni

Questo sarà un traguardo molto importante, non sappiamo ancora dal punto di vista della rimborsabilità del sistema sanitario nazionale quali saranno le prestazioni a cui il paziente con obesità avrà diritto dopo il riconoscimento della patologia. Sicuramente questo passo comporterà delle modifiche ai Livelli Assistenziali di Assistenza e dei percorsi di diagnosi e cura definiti.

Purtroppo, senza un riconoscimento dell’obesità come malattia cronica, i programmi di prevenzione e trattamento attualmente sono lasciati alla buona volontà delle singole strutture sanitarie regionali.

Tutto dipende dalla singola iniziativa sanitaria locale. È auspicabile che, una volta varata la legge, la prima in Europa sull’obesità, le direttive consentano una programmazione omogenea ed equa degli interventi preventivi e terapeutici.

L'accesso alle cure

La discriminazione genera diseguaglianze in campo assistenziale e terapeutico per cui i pazienti obesi hanno minori garanzie e minori opportunità di cura rispetto ai pazienti affetti da altre patologie. In questo momento in Italia vi è un distinguo netto e un po’ discriminante all’interno della stessa patologia per cui hanno accesso alle cure rimborsate dal servizio sanitario nazionale, in particolare alla chirurgia bariatrica, solo i pazienti affetti da obesità di grado 3. Quelli con gradi inferiori (grado 1 e 2) sono lasciati soli, non ci sono percorsi di diagnosi e cura mirati e offerti dal pubblico.

Nella maggioranza dei casi, questi pazienti rinunciano al percorso di cura per mancanza di disponibilità economiche. La comunità medica e il sistema sanitario dovrebbero entrare nell’ottica che prevenire l’eccesso di peso e curare l’obesità quando essa si è instaurata significa risparmiare risorse nel lungo periodo, anche perché è noto che la patologia è causa di altre importanti patologie ad essa correlate, una tra tante, il diabete di tipo 2.
*Presidente Associazione “Amici Obesi”

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