Venezia, si sposa in ospedale e muore qualche ora dopo: la commovente storia di Riccardo Lorenzon e Chiara Cerchier. Lei: «Mi ha permesso di prendermi cura di lui»

Riccardo ha voluto sposarsi nella stanza d’ospedale di San Donà di Piave (Venezia) con la sua “Chiara

Venezia, si sposa in ospedale e muore qualche ora dopo: la commovente storia di Riccardo Lorenzon e Chiara Cerchier. Lei: «Mi ha permesso di prendermi cura di lui»
di Fabrizio Cibin
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Domenica 12 Maggio 2024, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 10:53

Volevano giurarsi amore eterno. Lo avevano pianificato da tempo, quel matrimonio, lo volevano fortemente. E lui voleva lei più di ogni altra cosa. Per questo, quando la situazione è precipitata, quando la malattia stava strappando anche l’ultima speranza, Riccardo “Riky” Lorenzon ha voluto sposarsi nella stanza d’ospedale di San Donà di Piave (Venezia), con la sua “Chiara”. Poche ore dopo, il suo cuore ha cessato di battere. Riky aveva 59 anni, gestore di locali da sempre, anche tra Jesolo ed Eraclea, l’ultimo, il “Vecchie Maniere”, in pieno centro cittadino a San Donà. Era una forza della natura: sempre sorridente, con la battuta pronta, empatico con i clienti, pronto a farli sentire parte del suo mondo.

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LA DECISIONE

Con Giovanna “Chiara” Cerchier la storia d’amore inizia nel 1994, quando lui lavora a Jesolo: la decisione di andare a vivere assieme nel 2001. Ed ora doveva arrivare il matrimonio, che, secondo i progetti pianificati da tempo, doveva essere celebrato il 15 giugno. «Era una cosa cui aveva pensato già lo scorso anno – ricorda la moglie – ed era il suo primo obiettivo dopo avere smesso di lavorare. Non per la malattia, ma perché così aveva deciso: voleva una festa molto gioiosa». Nel frattempo continuava a lavorare, con il suo solito spirito e la consueta dedizione, quella che porta un imprenditore a stare in azienda anche per molte ore più di quanto è pensabile immaginare.
«La situazione è precipitata nell’ultimo mese in modo così grave e Riky mi ha chiesto di modificare i nostri progetti.

Ed è stato, pur nella difficoltà emotiva, bellissimo, perché ci hanno permesso di fare una cosa straordinaria in una stanza d’ospedale. È stato anche il nostro essere più forti di tutto, anche degli eventi». A celebrare il matrimonio al “Città del Piave”, il nosocomio cittadino, nel pomeriggio di giovedì è stato il sindaco Alberto Teso, ancora toccato da questo evento. «Mi sono recato in ospedale alle 18 assieme al nostro segretario generale Davide Vitelli. Ho celebrato il matrimonio alla presenza di quattro testimoni, come prevede la legge in questi casi. È stato un momento estremamente toccante che, nella sua drammaticità, ha dimostrato fino a dove possono arrivare la forza d'animo e l'amore. Ora il nostro pensiero deve andare a tutti coloro che hanno voluto bene a Riky, soprattutto a Chiara, che conosco da quando eravamo bambini: lei gli è stata a fianco ogni istante, come solo l'amore più grande del mondo può consentire di fare. Riky ha dimostrato una forza e un coraggio incredibili, fino all'ultimo istante».

“GLADIATORE”

Riky è spirato l’altro ieri, venerdì, il giorno dopo le nozze. Il guerriero che adorava “Il Gladiatore” che chissà quante volte avrà recitato, con quel suo modo di fare così coinvolgente: «Mi chiamo Massimo Decimo Meridio...». «Com’era Riky? Forse è una parola abusata in questi giorni – ricorda Chiara –, ma lui era veramente un guerriero, nel vero senso del termine, perché da quando si è ammalato non ha mai deposto le armi: in alcuni momenti mi ha addirittura sostenuta. L’unica cosa che mi sento di dire in questo momento è che posso solo ringraziarlo per come mi ha permesso di prendermi cura di lui in questi anni e in quest’ultimo periodo, quando ero la più fragile. Si è lasciato coccolare, si è lasciato fare quello che, dal punto di vista umano, come compagna e come moglie, ma anche come professionista, potevo fare. Mi ha lasciato troppo presto: a 59 anni non è scontato che la persona con cui hai pianificato la vita, fatto progetti, non ci sia più. Ma la vita è fatta anche di queste cose, che non ci vanno bene, ma che dobbiamo accettare. Riky è stato tenace e combattivo fino a quando gli è stato permesso di farlo». Ed anche questo è stato un esempio. L'esempio di una grande storia d'amore.

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