Atri, botte alla madre con un bastone poi simulò un incidente: condannato a 3 anni

L'avvocato Giuseppe Olivieri
di T. Poe.
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Sabato 18 Maggio 2024, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 08:22

Quando si è presentato al pronto soccorso di Atri con la mamma 58enne piena di lividi e fratture ha raccontato ai medici che era caduta dalle scale ma la verità è che era stato lui a prenderla a pugni e bastonate fino a ridurla in quelle condizioni. Dopo essere finito a processo accusato di maltrattamenti in famiglia, è stato condannato a 3 anni di reclusione il 27enne di Cermignano, che era ancora detenuto agli arresti domiciliari, e che ora potrà finire di scontare la pena con i lavori socialmente utili.
Madre e figlio già prima che accadesse questo fatto erano entrambi in cura a Villa Serena, ma la loro convivenza tra le mura domestiche non era facile e le cose erano andate peggiorando verso la fine del 2020, dopo la morte del padre. Il 27enne, così come in dibattimento ha più volte fatto emergere il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Olivieri, sarebbe stato affetto da una patologia pregressa eppure dalla nuova valutazione psichiatrica richiesta dal tribunale in fase di processo non è emerso nulla su un’eventuale incompatibilità con il regime carcerario, né tanto meno sulla sua pericolosità sociale.

INTENDERE E VOLERE
Oltretutto è stato stabilito anche che l’imputato fosse capace di intendere e volere al momento del fatto commesso. In seguito a quell’ennesima violenza fisica usata contro la mamma dopo un litigio, la 58enne è stata ricoverata ed ha dovuto subire un intervento di maxillo facciale con una successiva prognosi di 40 giorni. In casa il 27enne pare che avesse spesso scatti d’ira che poi sono diventati sempre più frequenti nei confronti della madre.

IL MEDICO
A far scattare le indagini è stato un medico del pronto soccorso di Atri dove a marzo dello scorso anno è arrivata la donna accompagnata proprio dal figlio. Il sanitario, infatti, dopo averla visitata, ha chiamato la polizia secondo il protocollo del codice rosa, sospettando che fosse stata vittima di maltrattamenti. All’arrivo sul posto di due pattuglie, è poi crollata ed ha raccontato la verità. Su una mano del 27enne c’erano ancora i segni dei pugni che aveva dato alla mamma, fotografati e finiti nel fascicolo del dibattimento. A processo però nessuno si è costituito parte civile.

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