Filippo Turetta rischia l'ergastolo: «Giulia Cecchettin uccisa con crudeltà»

Gli ex fidanzati scomparsi in Veneto, Giulia Cecchettin e Filippo Turetta
di Federica Zaniboni
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Giovedì 16 Maggio 2024, 06:19 - Ultimo aggiornamento: 07:22

Una cartina geografica, del nastro adesivo e alcune ricerche online. Filippo Turetta avrebbe pianificato «nei dettagli» l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, procurandosi il materiale necessario a immobilizzarla e informandosi sul luogo in cui nascondere il corpo. A sei mesi da quel maledetto 11 novembre, la Procura di Venezia ha chiuso le indagini sul femminicidio della studentessa 22enne, contestando a Turetta anche l’aggravante della premeditazione, oltre a quella della crudeltà. Il giovane, che sarà processato davanti alla Corte d’Assise, rischia così di essere condannato all’ergastolo per l’omicidio che lo scorso autunno ha profondamente scosso tutto il Paese. Giulia è stata uccisa con almeno 20 coltellate nella zona industriale di Fossò, dopo una prima aggressione in un parcheggio a 150 metri dalla sua abitazione a Vigonovo, in provincia di Padova. Poi è stata caricata in macchina e abbandonata vicino al lago di Barcis, dove il corpo è stato trovato alcuni giorni dopo. Per questo, oltre all’omicidio, Turetta dovrà rispondere anche dei reati di sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. Quest’ultimo per tutti i messaggi insistenti e morbosi che avrebbe inviato alla ragazza prima del delitto, quando la loro relazione era già finita.

La chiusura delle indagini è il primo passo verso il processo che, con queste accuse, non potrà essere celebrato con il rito abbreviato. L’udienza preliminare davanti al gup dovrebbe concludersi entro l’estate. «La parte del processo mi interessa poco», ha detto Gino Cecchettin, padre di Giulia. «Ricordare mia figlia è il mio solo e unico obiettivo. Nulla me la potrà ridare indietro».

LA RICOSTRUZIONE

Secondo la ricostruzione della Procura di Venezia guidata da Bruno Cherchi – che ieri ha indetto una conferenza stampa -, il delitto è stato commesso «con crudeltà ed efferatezza». Turetta avrebbe accoltellato la 22enne anche all’interno dell’auto, mentre la ragazza si stava già dissanguando dopo il fendente che è risultato fatale.

Le telecamere di sorveglianza avevano ripreso in parte l’aggressione fuori dalla macchina, immortalando quella scena struggente di Giulia che viene spinta e colpita di spalle, mentre sta tentando di correre via per mettersi in salvo. Dopo che è caduta a terra, l’ex fidanzato l’avrebbe caricata sui sedili posteriori e lì, secondo quanto emerso, avrebbe continuato a colpirla alla base del collo.

L’agghiacciante omicidio, commesso dopo una serata che i due avevano trascorso insieme in un centro commerciale di Marghera, sarebbe stato pianificato già qualche giorno prima. Il procuratore Cherchi ha spiegato che l’aggravante gli viene contestata «sulla base di dati oggettivi» come ad esempio «la ricerca dei luoghi tramite internet, l’acquisto del materiale necessario per immobilizzare la vittima, la cartina geografica, l’atto di silenziare la persona offesa mettendole del nastro adesivo per non farla urlare, serrare i polsi e le gambe alla ragazza». Turetta avrebbe infatti avuto con sé le mappe per raggiungere l’area vicino al lago di Barcis dove ha poi lasciato il corpo della ex fidanzata, che doveva laurearsi quattro giorni più tardi in Ingegneria biomedica all’Università di Padova.

LA FUGA

Subito dopo, il giovane si era messo in fuga a bordo della sua auto verso la Germania, dove è stato arrestato il 19 novembre vicino a Lipsia. Il cadavere della studentessa, trovato accanto a un libro di illustrazioni che quella sera aveva portato con sé, era stato trovato il giorno prima, dopo una lunga angoscia accompagnata alla speranza, sempre più flebile, di trovarla ancora viva. Fino ad allora l’Italia intera era rimasta col fiato sospeso.

Turetta, interrogato soltanto una volta dopo l’arresto, aveva detto di aver «perso la testa» e di avere avuto «un black out». Entro venti giorni dalla chiusura delle indagini, potrebbe chiedere di sottoporsi a un altro interrogatorio. Non è escluso che nel corso del processo tenterà insieme ai suoi difensori la via di una perizia psichiatrica.

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