Era stato l’unico a difendere il suo amico dal “branco”. Aveva provato in ogni modo a salvare Emanuele Morganti dall’aggressione ma non era servito. Ieri ha deciso di farla finita, facendo ripiombare nel dramma le famiglie di appartenenza e l’intera comunità di Alatri, in particolare quella di Tecchiena. Un gestro estremo, quello di Gianmarco Ceccani, 27 anni, la stessa età che avrebbe oggi il ragazzo assassinato la notte tra il 25 e 26 marzo del 2017. Una tragedia scoperta intorno alle 8,30 di ieri, quando il giovane è stato trovato ormai senza vita nella soffitta di un locale commerciale di parenti. Ha deciso di farla finita impiccandosi, quando è arrivato l’equipaggio dell’ambulanza il personale sanitario non ha potuto fare altro che constatare il decesso.
Gianmarco non era solo il migliore amico di Emanuele e quella notte era rimasto ferito per cercare di difenderlo. Con la sua testimonianza al processo aveva cristallizzato i ruoli di Michel Fortuna, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, condannati in via definitiva a 14 anni con l’accusa di omicidio preterintenzionale nella primavera di due anni fa. Significa che avevano sì, massacrato di botte Emanuele ma non avevano intenzione di uccidere. Sentenza che nessuno, in città aveva accettato, a partire dalla sorella di Emanuele, Melissa. E il legame era diventato ancora più forte quando Gianmarco aveva sposato proprio lei, un’unione dalla quale è nato il bambino che porta il nome del giovane assassinato.
GLI ACCERTAMENTI
I carabinieri stanno svolgendo le attività di prassi rispetto all’accaduto. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria e forse sarà disposta anche l’autopsia. Sono state affisse le epigrafi con la triste notizia, rendendo noto che la data delle esequie sarà indicata in un secondo momento. Nessuno riesce a darsi pace, ad Alatri, per quanto accaduto. Chi conosceva Gianmarco lo descrive come un ragazzo che non è stato semplicemente l’“eroe” di quella notte di marzo, colui che ha difeso un amico, ma disponibile sempre con tutti quando c’era da dare una mano. Un eroe fragile, purtroppo. Cosa abbia portato a compiere l’estremo gesto resta un mistero. Dai primi riscontri sembra non abbia lasciato alcun biglietto. Si sa che nei giorni scorsi era stato fermato dai carabinieri durante un normale controllo e portato in caserma perché aveva dato in escandescenza, quindi era accusato di resistenza a pubblico ufficiale. Aveva con sé anche una piccola quantità di stupefacente e dopo quella vicenda era sottoposto all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Difficile, però, immaginare un nesso tra l’episodio di inizio mese e la decisione di togliersi la vita.
IL SINDACO
«Cordoglio e la massima vicinanza alla famiglia e a tutti gli amici del giovanissimo Gianmarco per questo dolorosissimo avvenimento che ha lasciato tutti attoniti e immensamente affranti». Sono le parole del sindaco, Maurizio Cianfrocca, di fronte all’ennesima triste vicenda che ha riguardato Alatri.
THOMAS
All’indomani dell’ultima tragedia, l’omicidio di Thomas Bricca il 30 gennaio del 2023, Gianmarco ebbe a dire: «Agli assassini di Emanuele hanno dato solo 14 anni, hanno ucciso un ragazzo stupendo, dall’anima pulita, che si faceva a pezzi per gli altri, nessuno come lui amava la vita.
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