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Antonio Pennacchi, lo scrittore ex operaio
Antonio Pennacchi è stato uno scrittore italiano. Nato a Latina nel 1950, operaio presso l’Alcatel Cavi, si dedica fin da giovane alla politica prima nel MSI, poi nelle fila del Partito marxista-leninista Italiano. Negli anni '80 aderisce al PSI, alla CGIL e poi alla UIL e successivamente, sfruttando un periodo di cassa integrazione, si laurea in lettere e filosofia, iniziando la carriera di scrittore. Il suo primo lavoro, Mammut, è uscito nel 1995, seguito nello stesso anno da Palude. Storia d’amore, di spettri e di trapianti. Nel 2003 esce Il fasciocomunista. Vita scriteriata di Accio Benassi, romanzo autobiografico da cui nel 2007 è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico, diretto da Daniele Luchetti.
Nel 2010 ha pubblicato Canale Mussolini, finalista al Premio Campiello e vincitore del Premio Strega, cui hanno fatto seguito Storia di Karel (2013), Camerata Neandertal. Libri, fantasmi e funerali vari (2014), Canale Mussolini. Parte seconda (2015), Il delitto di Agora (2018), rivisitazione del thriller Una nuvola rossa pubblicato nel 1998, e La strada del mare (2020). Nel 2011, in occasione delle elezioni comunali di Latina è tornato alla politica attiva sostenendo Futuro e Libertà e ottenendo l’1,05% delle preferenze.
È morto il 3 agosto 2021.
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