Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è contrario «a qualsiasi tregua che faccia il gioco del nemico» in occasione dei Giochi Olimpici che si svolgeranno a Parigi dal 26 luglio al 15 agosto. L’idea della tregua l’aveva suggerita il presidente francese Emmanuel Macron al presidente cinese Xi Jinping, che ne aveva parlato con il presidente russo Vladimir Putin tre giorni fa a Pechino. Putin non ha detto né sì, né no, ma ha confermato che Xi gliel’ha chiesto. Affermando che non vuole una tregua «che faccia il gioco del nemico» Zelensky dice un’ovvietà: nessuno al mondo la firmerebbe. Teme però che nel periodo dei Giochi la Russia rafforzi le sue posizioni e porti altri soldati al fronte, rinunciando solo a sparare. Ma anche lui potrebbe approfittarne per riprendere fiato, attendere gli aerei e le armi di cui ha bisogno, rinfoltire i reparti esausti e fare entrare nel Paese qualche istruttore della Nato.
La storia
Dal 1992, ad ogni edizione dei Giochi, il Cio e l’Onu chiedono alla comunità internazionale la tregua olimpica, ma nella storia nessuna guerra si è mai fermata perché c’erano le Olimpiadi. È invece accaduto spesso che le Olimpiadi si fermassero perché c’era una guerra: nel 1916, 1942 e 1948 i Giochi non si disputarono.
I rischi
Nell’intervista all’agenzia francese France Presse, Zelensky ha dichiarato anche che «l’assalto lanciato dalla Russia contro la regione di Kharkiv potrebbe essere solo la prima ondata di un’offensiva più ampia». «La Russia - ha aggiunto - non ha i mezzi per lanciare un nuovo grande assalto contro Kiev. Quindi Donbass e Kharkiv sono gli obiettivi principali del Cremlino». Zelensky ha ammesso che l’Ucraina ha il 25% della difesa aerea necessaria e ha bisogno di 120-130 caccia F-16 per raggiungere la parità aerea con la Russia. A Pechino, Putin aveva assicurato che non aveva intenzione di prendere Kharkiv, lanciando forse un segnale verso la tregua e la trattativa che non è stato colto. Zelensky sa bene che la parola «trattativa» implica per entrambe le parti la rinuncia a qualcosa e sa anche, come Netanyahu in Israele, che un accordo con concessioni, dopo tutto il sangue e le distruzioni che ci sono stati, causerebbe la sua fine politica. La prima vera tregua olimpica della storia sembra per il momento improbabile, ma sarebbe un bel passo avanti: una volta fermate le armi per tre settimane sarebbe più facile per Xi convincere Putin - e per Biden convincere Zelensky - a continuare così per sedersi a un tavolo e trovare una soluzione a questo orrore infinito.