È stata ricordata ieri a Città Sant’Angelo, a 22 anni dalla morte, la travagliata e triste storia di Domenico Novielli, stroncato a soli vent’anni da una cardiopatia contratta probabilmente durante il servizio militare. Un caso di giustizia negata per il quale la famiglia si è lungamente battuta.
La storia
Aveva da poco assolto gli obblighi di leva nella Marina militare, il marinaio scomparso il 13 maggio del 2022.
Da quel giorno, però, le tante denunce, istanze e fascicoli colmi di certificati e relazioni mediche varie, non sono bastati a rendere giustizia alla famiglia di Domenico, che ancora oggi non si da pace sui motivi di una vita spezzata, a soli vent’anni, e del mancato risarcimento cui avrebbero diritto per le sofferenze e dolore patiti. A tutto ciò, infatti, si è aggiunta anche la beffa della decadenza di tutti i termini per procedere in sede penale e civile, a parere dei familiari a causa di una cattiva gestione del caso da parte di un elgale. Domenico Novielli era nato a Grumo Appula, in provincia di Bari, ma dal ’97 si era trasferito a Città Sant’Angelo col papà Giuseppe, la mamma Maria Pia Ubertini e la sorella maggiore Concetta, dove per circa tre anni tutti insieme avevano gestito il ristorante Varsavia di Notte. I familiari e gli amici lo ricordano come un ragazzo allegro, dedito allo scherzo e con la battuta pronta. Ieri sera, come succede ogni anno, la sua memoria è stata commemorata nella Chiesa di Sant’Agostino di Marina di Città Sant’Angelo con una messa in suo suffragio.